- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta – In attesa di capire cosa deciderà il Gip al termine dell’udienza di convalida del fermo per lo studente 17enne che ieri ha accoltellato la prof d’italiano, all’Istituto Majorana-Bachelet di Santa Maria a Vico (Caserta) si respira un’atmosfera di incredulità e rammarico. Ne dà voce la dirigente Pina Sgambato, che questa mattina ha parlato in assemblea con gli studenti, prima al plesso principale dell’istituto, ubicato in Via Caudio, poi a quello di via Fruggieri dove è avvenuto il fatto.

“I ragazzi sono provati e preoccupati per la professoressa Di Blasio. Stamattina mi dicevano: ‘preside, noi siamo bravi, non siamo cosi“. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Maddaloni, il 17enne ha accoltellato al viso la docente di italiano Franca Di Blasio, che gli aveva messo una nota perché non voleva essere interrogato.

“Ancora oggi – prosegue la dirigente – non ci diamo una spiegazione, ecco perché ho organizzato un’assemblea con gli studenti; è un modo per fare una manifestazione silenziosa, glielo dobbiamo ai nostri ragazzi, che hanno bisogno di sentirsi coinvolti in questa storia cui che non ritengono loro. Nessuno, infatti, avrebbe mai pensato che un loro compagno potesse venire a scuola con il coltello”. “I ragazzi – aggiunge la Sgambato – sono anche frastornati, perché non è facile affacciarsi alla finestra e vedere le telecamere fuori scuola; sono rammaricati anche perché qui facciamo bellissime iniziative alle quali abbiamo invitato sempre giornalisti, registrando spesso delle assenze. Mi hanno detto: ‘Perché i giornalisti non vengono quando facciamo cose belle'”.

“Vabbè – prosegue la dirigente – è giusto così, anche voi state facendo il vostro lavoro”. La Di Blasio, parlando con i carabinieri, ha detto con tono amaro: “Forse abbiamo fallito”. Quando parla di fallimento – dice la Sgambato – la collega si riferisce al fatto di non essere riuscita a convincere al ragazzo a recuperare un ‘cinque’, di non essere riuscita fargli capire che studiare è una cosa bella”. Al suono della campanella i ragazzi escono senza però rilasciare dichiarazioni. Un solo alunno si ferma, e dice che forse il 17enne “aveva problemi“.