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È stata rinviata l’udienza finale in Corte di Assise e di Appello di Salerno, sulla decisione di conferma o revoca della misura di prevenzione patrimoniale di beni immobili e di società, nei confronti di tre imprenditori salernitani, Gerardo Lordi di San Gregorio Magno, Genesio Paraggio di Eboli ed Elvira Liccardi di Capaccio Paestum, destinatari nel mese di febbraio del 2023, di un maxi sequestro di otto unità immobiliari e tre società, per un valore complessivo di oltre 1,7 milioni di euro.
I tre, amministratori della società Alburni Service, difesi dagli avvocati cassazionisti Pietro Fasano, legale dell’imprenditrice Liccardi, e Guido Carrozza, quest’ultimo legale degli imprenditori Paraggio e Lordi, sono accusati di evasione fiscale dell’Iva e delle Accise sul gasolio agricolo e contrabbando di prodotti petroliferi. Secondo le indagini condotte lo scorso anno dalle Fiamme Gialle, i tre imprenditori, titolari di tre società e otto unità immobiliari site tra i comuni di Capaccio Paestum, Eboli, Pontecagnano e Salerno, avrebbero venduto illegalmente oltre 60 milioni di litri di gasolio ad uso agricolo quale prodotto petrolifero acquistato con un prezzo agevolato e che in realtà sarebbe stato destinato ad usi diversi, evadendo così Iva e Accise per un valore complessivo di oltre un milione e mezzo di euro, dichiarando inoltre al Fisco un reddito inferiore rispetto al valore del patrimonio immobiliare e societario posseduto. Episodi che secondo gli inquirenti, sarebbero durati dal 2013 al 2021 e che portarono la Procura ad emettere un provvedimento di sequestro preventivo su tutti gli immobili e le società riconducibili ai tre imprenditori. Misura di sequestro che è stata impugnata dai legali dei tre imputati dinanzi alla Corte di Assise e di Appello di Salerno che dovrà pronunciarsi sulla questione.
Vicenda sulla quale, l’imprenditrice Liccardi, assistita dai due legali, presentò ricorso in Cassazione poiché per tale vicenda alla donna veniva contestata la pericolosità sociale tanto da aver fatto scattare il sequestro preventivo e non la misura cautelare personale emessa in un altro procedimento penale e per la quale è stata dichiarata l’estinzione dei reati per prescrizione. Per il sequestro preventivo invece, il decreto secondo quanto denunciato in Cassazione dall’imprenditrice sarebbe viziato poiché tale provvedimento deriva da un altro procedimento giudiziario in corso di svolgimento a Taranto, mentre sulla questione della pericolosità sociale gli Ermellini della Cassazione hanno annullato il provvedimento emesso dai giudici salernitani, rimettendo la questione nella definizione della vicenda nelle mani della Corte di Appello di Napoli che ora dovrà pronunciarsi sulla pericolosità sociale generica, comportando così il conseguente rinvio anche del processo dinanzi alla Corte di Assise e di Appello di Salerno che attende l’sito del giudizio del tribunale napoletano.