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Chiedevano da anni rinforzi a bordo delle ambulanze del 118, ma di risposta oggi ottengono ulteriori tagli. Lo denuncia il sindacato Saues, quello che dà voce ai medici del 118 del  casertano e che da anni denuncia la carenza di personale medico a bordo del servizio di emergenza.

“Mancano nella sola provincia circa 40 medicifanno sapere con una nota rispetto al numero stabilito all’inizio del servizio nel lontano giugno 2000. Questa carenza è dovuta al fatto che essendo passati quasi diciotto anni da allora, alcuni medici sono andati in pensione, altri si sono trasferiti o si sono ammalati. Si precisa, inoltre  che ormai l’età media di quelli rimasti in servizio supera i sessant’anni, età non propriamente idonea a svolgere un lavoro così stressante e faticoso. Da anni questi medici, per tale carenza, non possono usufruire delle ferie e dei riposi previsti nei periodi stabiliti, in quanto è  sempre più difficile la gestione delle turnazioni”.

A fronte di questo tutte le sigle sindacali, in varie battute, hanno proposto per anni l’assunzione di medici, aventi i titoli e in convenzione, in modo da sopperire alle necessità. La risposta è arrivata ma di segno completamente opposto “l’ ASL di Caserta ha deciso,invece, di demedicalizzare una delle due ambulanze sia ad Aversa  che a  Caserta, trasferendo di punto in bianco un gruppo di medici sul territorio limitrofo e lasciando sguarnita la città  a maggior densità di popolazione della provincia, considerando i circa 3000 interventi, di media all’anno, che ognuna di queste ambulanze effettua.  Questa demedicalizzazione, oltre  a creare un grave danno alla popolazione causerà l’assenza di un filtro a monte per cui quel 50-60% di interventi risolti dai medici a domicilio, saranno conclusi trasportando i pazienti tutti in ospedale, ingolfando così, ancora di più, i Pronto Soccorso Ospedalieri, già saturi e oberati da superlavoro e da altre carenze”.  Non una soluzione, quindi, ma problemi, caos e disservizi che i cittadini saranno costretti ad affrontare.