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Oltre 2000 euro per un porto d’armi, più di 7mila per far sparire un fascicolo giudiziario. E’ il valore delle tangenti che avrebbero intascato per compiere atti  contrari ai propri doveri d’ufficio il 56enne sostituto commissario della Polizia di Stato, in servizio da anni al Commissariato di Sessa Aurunca (Caserta), Giovanni Romano, e l’ausiliario cancelliere impiegato presso il Tribunale di Sorveglianza di Napoli Andrea Esposito. I due funzionari pubblici sono finiti in manette nell’ambito dell’indagine della Procura della Repubblica di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Aversa. In carcere, su ordine del Gip di Napoli Nord, sono stati condotti anche altri tre indagati, l’avvocatessa di Villaricca Anna Savanelli, l’imprenditore edile di Casal di Principe, ritenuto vicino al clan dei casalesi, Antonio Caterino, e il pregiudicato di Giugliano in Campania Massimo Perrone.

Le indagini rappresentano uno stralcio di un’altra inchiesta della Dda di Napoli da cui venne fuori il nome del poliziotto Giovanni Romano, che peraltro non era indagato nell’indagine anticamorra. I magistrati napoletani passarono gli atti ai colleghi aversani, che hanno poi accertato come Romano si sia adoperato per il porto d’armi richiestogli dall’imprenditore edile Antonio Caterino, che pagò il poliziotto 2500 euro; tra l’altro la richiesta non riguardava direttamente il costruttore, ma una terza persona che, come Caterino, è ritenuta vicina al clan dei Casalesi e che nei mesi scorsi è stata pure arrestata per detenzione di un piccolo arsenale di armi da decine di migliaia di euro. Gli inquirenti hanno anche scoperto che c’era un ulteriore funzionario pubblico, l’impiegato di tribunale Andrea Esposito, già arrestato nel 2013, che dietro il pagamento di tangenti faceva sparire fascicoli. Solitamente erano gli avvocati a fargli la richiesta e a pagarlo per conto dei propri clienti. E’ emerso così che Esposito ha ricevuto 7500 euro dall’avvocatessa Anna Savanelli che ha sua volta veva ricevuto l’incarico di rivolgersi al funzionario dal pregiudicato Massimo Perrone; Esposito ha fatto poi sparire il fascicolo di una terza persona indicata da Perrone e condannata in via definitiva. Perrone e la Savanelli stavano dando fuoco ali documenti quando sono intervenuti i finanzieri guidata da Michele D’Oronzo che li hanno fermati.