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Caserta – Sindaci sotto tiro della criminalità o dello scontento della gente. Sono sempre di più nel Casertano gli amministratori che subiscono minacce. E’ molto preoccupato il Comitato Don Diana, che parla di “escalation”. L’ultimo episodio in ordine di tempo ha riguardato Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano D’Aversa, paese del boss Antonio Iovine, che ha ricevuto una lettera in cui veniva minacciata la sua famiglia e gli veniva detto di dimettersi; qualche settimana fa è accaduto  al sindaco Marcello De Rosa, che guida Casapesenna, paese del boss Michele Zagaria, e ancora prima ad Antonello Velardi, sindaco di Marcianise, altro comune in cui da sempre è radicata la criminalità camorristica.

Il Comitato che si batte contro la camorra e che prende il nome del sacerdote don Peppe Diana, ucciso dai Casalesi il 19 marzo del 1994 perché aveva osato dire al popolo di ribellarsi al potere mafioso, parla di “segnali che, oltre a richiedere la massima attenzione di magistratura e forze dell’ordine, richiamano la società civile ad una seria riflessione su quanto ancora si registra nel nostro territorio. Al di là della matrice dei singoli episodi, resta il dato comune di un linguaggio mafioso sempre più utilizzato nei confronti degli amministratori pubblici. E’ un tempo buio per una provincia dove gli sforzi per fare passi in avanti vengono messi a dura prova da una subcultura criminale ancora imperante”. L’associazione guidata da Valerio Taglione fa un riferimento anche al 14enne ferito da un proiettile vagante a Parete, nel Casertano. “In fondo,  se  un ragazzo di 14 anni in questo momento combatte per la vita solo per essersi ritrovato davanti ad un bar con i suoi amici, vuol dire che c’è ancora tanto lavoro da fare prima che venga ripristinata la normalità. Al giovane Luigi, l’augurio che superi presto  la battaglia più difficile, con la speranza che chi ha sparato venga presto individuato e assicurato alla giustizia”.