C’è massimo riserbo sui nomi delle persone e delle società iscritte nel fascicolo a modello 21, perché agli indagati, al momento, da quanto risulta, non è stato notificato alcun atto con le ipotesi di reato.
Finora, l’unica attività esterna delle indagini in un unico fascicolo, nate dalla querela per diffamazione di Mediobanca, è stata l’acquisizione ai primi di maggio di documenti in Banca Akros, non indagata, che ha collocato il pacchetto di azioni di Mps per conto del Mef. Con un ordine di esibizione la Gdf ha chiesto, tra l’altro, mail e comunicazioni relative all’operazione.
Lo scorso novembre, il Mef ha ceduto il 15% del Monte dei Paschi, attraverso la cosiddetta “accelerated book building” (Abb): la quota è stata comprata per un 8% dal polo Banco Bpm-Anima, mentre il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio hanno acquisito ciascuna il 3,5%. Acquisti con offerta dello stesso “premio”, il 5%, e quasi contemporanei. Due aspetti su cui ci saranno verifiche. Tra i temi che l’indagine dovrà chiarire c’è l’esistenza o meno di una presunta convergenza di interessi tra gli ‘attori’, non dichiarata al mercato, e anche se le azioni siano state vendute ad un prezzo congruo.
Gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, coi pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Roberto Pellicano e dal procuratore Marcello Viola, stanno lavorando per verifiche su più fronti del ‘risiko bancario’ e intendono completare gli accertamenti nel più breve tempo possibile.
Finora, l’unica attività esterna delle indagini in un unico fascicolo, nate dalla querela per diffamazione di Mediobanca, è stata l’acquisizione ai primi di maggio di documenti in Banca Akros, non indagata, che ha collocato il pacchetto di azioni di Mps per conto del Mef. Con un ordine di esibizione la Gdf ha chiesto, tra l’altro, mail e comunicazioni relative all’operazione.
Lo scorso novembre, il Mef ha ceduto il 15% del Monte dei Paschi, attraverso la cosiddetta “accelerated book building” (Abb): la quota è stata comprata per un 8% dal polo Banco Bpm-Anima, mentre il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio hanno acquisito ciascuna il 3,5%. Acquisti con offerta dello stesso “premio”, il 5%, e quasi contemporanei. Due aspetti su cui ci saranno verifiche. Tra i temi che l’indagine dovrà chiarire c’è l’esistenza o meno di una presunta convergenza di interessi tra gli ‘attori’, non dichiarata al mercato, e anche se le azioni siano state vendute ad un prezzo congruo.
Gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, coi pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Roberto Pellicano e dal procuratore Marcello Viola, stanno lavorando per verifiche su più fronti del ‘risiko bancario’ e intendono completare gli accertamenti nel più breve tempo possibile.