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Dalle infrastrutture per il Sud, necessarie per evitare che questa parte d’Italia diventi periferia d’Europa, ai dazi visti come un ostacolo alla crescita. Intervenuto a Caserta, presso la sede degli industriali, al convegno organizzato sui dazi, il presidente nazionale di Confindutria Vincenzo Boccia passa in rassegna le tematiche più attuali, che sono anche quelle che stanno più a cuore agli imprenditori.

A far gli onori di casa il presidente di Confindustria Caserta Gianluigi Traettino; presente Piero De Luca, figlio del governatore Vincenzo De Luca nonchè deputato Pd eletto a marzo proprio nella circoscrizione casertana. “Non bisogna smettere di parlare dei migranti o delle pensioni – dice Boccia – ma bisogna parlare anche di un intervento organico di politica economica, che serve soprattutto al Mezzogiorno“. “Se leggete il patto della fabbrica sottoscritto con Cgil, Cisl e Uil – aggiunge il leader degli industriali – c’è un chiaro riferimento al Mezzogiorno del Paese,  e alla dotazione infrastrutturale che riguarda soprattutto il Sud”. Più infrastrutture, come strade ma anche interporti che connettano le varie modalità di trasporto per rendere più veloce ed efficiente la movimentazione di merci, e soprattutto per lasciarsi alle spalle quella che si puà ancora definire come “questione meridionale”. “Se vogliamo costruire un’idea d’Italia centrale tra Europa e Mediterraneo – prosegue Boccia – dobbiamo dotare il Sud di infrastrutture all’altezza del secondo Paese  industriale d’Europa ma anche della visione geo-economica che noi abbiamo dell’Italia, rifiutando un’Italia periferia d’Europa e rifiutando che il Sud diventi altrettanto periferia rispetto ad un’Italia che è già periferica“.

Il presidente dell’associazione imprenditoriale interviene poi sui dazi, di cui tanto di parla dopo le prese di posizione del presidente Usa Donald Trump. “La provincia di Caserta come il resto del Paese – afferma Boccia – hanno un’alta vocazione di export per cui ogni dazio che viene dal resto del Mondo crea delle rigidità e riduce la potenzialità dell’industria italiana“. Per Boccia la soluzione deve essere rigorosamente europea. “Siamo la seconda manifattura d’Europa – prosegue – la bilancia commerciale è positiva, è interesse dell’Italia chiaramente non avere dazi da nessuna parte, e avere chiara la dimensione del contesto. Ma rispondere ai dazi americani con un’operazione da “first Italy”, cioè prima l’Italia, significa non aver compreso l’importanza di una risposta che invece deve esserci in chiave europea. L’Europa è il mercato più ricco del mondo; è evidente che serve una reazione equilibrata per non entrare in una dimensione in cui ai dazi dell’Europa corrispondano poi dazi di altri Paesi, perché così il mondo diventa più chiuso e non cresce affatto nell’interesse di tutti” conclude Boccia.