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Il pericolo non viene dal rosso. Per dare concretezza alle proprie ambizioni di rappresentare il centrodestra alle prossime regionali in Campania, Clemente Mastella dovrà guardarsi bene dai rischio segnalato dai colori rosa e verde.

Questa, almeno, è l’indicazione giunta dalla convention berlusconiana tenutasi nella giornata di ieri a Napoli, all’hotel Vesuvio. Per quanto relativamente ancora lontane, per palazzo Santa Lucia voteremo nel 2020, l’obiettivo regionali è già in cima ai pensieri dell’establishment azzurro, campano e non.

“La Campania che vogliamo”, d’altronde, era l’inequivocabile incipit del meeting azzurro, con l’autorevolissima partecipazione di Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo e oggi, di fatto, numero uno del partito del Cavaliere.

E le cronache giornalistiche provenienti dal capoluogo partenopeo ci restituiscono la pole position forte di Mara Carfagna. La parlamentare salernitana è al momento la favorita nella corsa alla candidatura a presidente della Regione.

Dipende anche da lei” – ha spiegato ai giornalisti lo stesso Tajani: “Vedremo se vorrà candidarsi”. Discorso ovviamente prematuro per la diretta interessata. “Io candidata alle Regionali? A differenza di Cinquestelle, Pd e de Magistris, noi non facciamo guerre interne, preferiamo prima ascoltare le persone poi decidere, manca ancora un anno e mezzo” – le dichiarazioni rilasciate dalla Carfagna al Mattino di Napoli.

Il vento, comunque, sembra soffiare a favore del centrodestra, dato dai sondaggi in vantaggio, ma solo se unito, su grillini e centrosinistra. Molto, ovviamente, dipenderà dall’esito delle elezioni europee della prossima primavera. Un exploit – al momento persino prevedibile – della Lega, consegnerebbe a Matteo Salvini un potere di trattativa enorme. Magari non per imporre un candidato del Carroccio, ma per mediare sul nome forzista sì. E in tal senso, chissà quali strascichi avrà lasciato la clamorosa lite in Aula, dello scorso ottobre, proprio tra Mara Carfagna e il leader della Lega.

Episodio buono per ribadire che siamo ancora alle prime battute. La corsa è lunga e in politica vale sempre il vecchio proverbio del candidato Papa che torna Cardinale dal conclave. Massima da tenere ancora di più in considerazione se una volpe scafata come Clemente Mastella dovesse decidere di giocarsi davvero tutte le sue carte, a partire da quelle della diplomazia. Inoltre, il toto-candidature, con un 2019 tutto da vivere, presenta altri nomi di assoluto rilievo, come Fulvio Martusciello e l’ex governatore Stefano Caldoro.