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Avellino – “Ci crediamo. Ora come non mai ci crediamo” ha dichiarato Giovanni Bucaro nel post gara contro la Lupa Roma. L’eco è arrivato anche dalla squadra che a meno di due giornate dal termine del campionato si è portata a meno due dalla capolista Lanusei. L’Avellino continua a macinare punti con un ruolino da promozione: undici vittorie sulle ultime dodici gare, otto successi di fila.

L’impresa qualche settimana sembrava essere proibitiva, ma il gap di dieci punti si è ridotto notevolmente. La truppa irpina ora sogna il sorpasso o quanto meno raggiungere i sardi per lo spareggio a campo neutro. Ad oggi fare un pronostico sulla vittoria del campionato appare leggermente difficile. Il Lanusei con l’infortunio del suo bomber Bernardotto sembra aver trovato qualche difficoltà. E soprattutto fa i conti con il nervosismo alle stelle. La riprova l’espulsione di Aldo Gardini dopo una ventina di minuti dall’inizio della gara contro il Trastevere (persa per 1-0, ndr.).

I lupi ci credono. Nonostante nelle ultime settimane sono arrivate delle vittorie con sofferenza. Poco importa. Di riffa o di raffa servono vittorie su vittorie per poter ambire ad un sogno. All’appello mancano due gare per chiudere il campionato. Torres e Latina. L’Avellino avrà l’obbligo di vincerle entrambe. Saranno 180 minuti in cui bisognerà mettere in campo cuore, grinta, coraggio e soprattutto un pizzico di cazzimma. 

Il popolo irpino ora ci crede. Un popolo che ha ritrovato l’entusiasmo dopo un periodo di buio intenso. Non è da tutti portare circa centocinquanta tifosi in trasferta a Rocca Priora nel giovedì santo. Ci crede fortemente la dirigenza. La riprova negli occhi scintillanti di Gianandrea De Cesare presente nel cuore del tifo ieri pomeriggio. Nonostante non fosse un neofita del calcio il patron si è innamorato di quel pallone che rotola sui campi sterrati di periferia. Innamorato di una maglia che racchiude in sè stessa la passione di un popolo, ma soprattutto la storia di una provincia che ha voglia di tornare ad essere grande fino alla fine. Perché non è finita, perché non deve finire fino alla fine.