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E’ sconcertante, ogni volta, leggere delle notizie così. È una atroce sofferenza, da donna ma sopratutto da mamma. Ogni volta il pensiero va a quei bambini indifesi, a chi non può proteggersi e deve subire la follia umana. Qualcosa di moralmente atroce“.

La ricostruzione dei fatti accaduti nella scuola materna di Airola (leggi qui) ha scioccato il Sannio. Bambini maltrattati, schiaffeggiati, puniti, costretti in stanze buie da quattro maestre. La storia orribile che mette i brividi quando la ascolti dal telegiornale ma che non pensi possa accadere proprio nella tua comunità, ai tuoi piccoli, ai figli dei tuoi amici. 

Il racconto fornito dagli organi inquirenti, messi in allarme dalla denuncia della madre di una bambina di tre anni, lascia molti interrogativi. Su alcuni ci siamo confrontati con Nunzia De Girolamo. Solo lo scorso novembre, si ricorderà, dalle colonne de “Il Tempo‘, l’ex ministro per l’Agricoltura lanciava una petizione per sollecitare il governo a rendere obbligatoria l’installazione di telecamere negli asili e nelle strutture per anziani. Una battaglia condotta già in parlamento quando nel 2014 presentò una proposta di legge che prevedeva pure l’introduzione di un test psico-attitudinale per gli insegnati.

Nunzia, uno dei primi dati a colpire è proprio la giovane età delle maestre coinvolte. 

“Alcune cose non hanno età purtroppo, anche se i giovani e giovanissimi che frequentano anche piattaforme online dovrebbero essere ancora di più informati su alcune cose. E invece neanche l’informazione sembra essere un deterrente per chi, evidentemente, ha completamente sbagliato mestiere. Anzi, quella è una vera e propria missione, una scelta di vita. Dedicare il proprio tempo ai bambini è idealmente qualcosa di nobile, tradire la loro fiducia e quella delle famiglie è qualcosa che mi fa andare fuori di testa. Lo ammetto, su questo argomento sono molto drastica”. 

La soluzione per evitare fenomeni del generi restano le telecamere negli asili o servirebbe altro?

“Le telecamere sono una prima, grande soluzione. Anche se, ovviamente, essendo a circuito chiuso e consultabili solo dagli organi competenti, l’auspicio generale sarebbe che non sia mai necessario consultarle. Anche perché ciò significherebbe che tutto procede bene, nella normalità, come è giusto e doveroso che sia in ambienti che crescono i nostri figli. Le telecamere però sono tutela non solo per le famiglie ma anche per le stesse maestre. Ed è una cosa che va ribadita, sopratutto alle insegnanti che potrebbero avere dubiti in merito.  Anche se, le dirò, tutte le maestre che ho incontrato, sono d’accordo all’installazione delle telecamere”.

Vede la giusta attenzione sulla questione da parte della politica?

“Non riesco a capire, francamente, perché la politica sia ancora tanto miope in tal senso. Ho portato avanti una battaglia durata anni e recentemente una raccolta firme con Il Tempo alla quale hanno aderito diverse personalità politiche e dello spettacolo. Vedremo se finalmente qualcosa si muoverà. Non c’è più tempo da perdere, vorrei solo che fosse chiaro questo. I nostri bambini non possono più aspettare!”.