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Benevento – Vince Clemente Mastella e per dirla con le parole di Giampiero Bonipertiè l’unica cosa che conta“. 
Da politico esperto, però, il sindaco saprà di certo far tesoro di alcuni elementi numerici emersi dal ballottaggio. Il più evidente, quello su cui già in tanti si sono soffermati, riguarda la disomogeneità del successo. L’ex Guardasigilli il suo bis lo ha costruito fuori dalle mura longobarde: tra contrade e zone periferiche, lo scarto dato al suo avversario sfiora i 2mila voti. Un gap enorme dovuto, in particolare, alle scelte compiute dagli elettori delle contrade Pino, Montecalvo, San Vitale e Santa Colomba, Olmeri. Se guardiamo la Città in senso stretto, invece, è Luigi Diego Perifano a farsi preferire di circa 400 voti e ciò al netto di alcune sezioni in cui Mastella pure ha fatto segnare risultati importanti (come a Capodimonte e nel Rione Libertà, lato Addolorata). 
Insomma, nei prossimi cinque anni, Mastella dovrà “ricucire” il rapporto con il cuore di Benevento. Lavoro che gli tornerà utile anche perché c’è un altro dato sui cui la  riconfermata fascia tricolore farebbe bene a riflettere: da quando esiste l’elezione diretta del sindaco, e dunque dal 1993, Mastella è il primo cittadino meno votato tra tutti. Il fondatore di ‘Noi Campani‘ torna a palazzo Mosti con il favore di 15.474 beneventani. Nel 2016, in seguito al ballottaggio con Del Vecchio, ne raccolse 18.037. Numeri simili a quelli di D’Alessandro nel 2001 (18.975) e invece distanti da Viespoli (27.975 e 21.588) e Pepe (24.735 e 22.021 ma in entrambi i casi al primo turno).