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Condannato in due gradi di giudizio per presunti abusi su un 12enne, il prete casertano Livio Graziano è stato colpito dal sequestro conservativo di 220.000 euro. Il provvedimento della Corte d’appello di Napoli, depositato il 16 ottobre, è stato disposto a tutela della parte civile. Cioè, il minore e i genitori, assistiti dagli avvocati Giovanni e Benedetta Falci del foro di Salerno. A richiederlo la Procura generale di Napoli, insospettita da alcuni movimenti. L’ordinanza della quarta sezione penale collegio B (presidente Luisa Toscano) è stata emessa al termine della camera di consiglio. Nelle motivazioni, i giudici sottolineano che “emerge dagli atti” il recesso dal contratto di conto corrente bancario del sacerdote. L’istituto di credito avrebbe invitato Graziano a recarsi nella filiale di Aversa, “per definire le modalità e le tempistiche del trasferimento del saldo”. La somma sequestrata corrisponde all’ammontare del deposito.

Ad avviso della Corte – si legge nell’ordinanza -, la chiusura del c.c. e la mancanza di qualsiasi informazione in ordine alla destinazione del danaro ivi custodito , induce a ritenere fondato il pericolo di dispersione delle garanzie per il pagamento delle spese di giustizia inerenti al procedimento penale“. Lo scorso giugno, la Corte d’appello ha confermato la condanna a 8 anni di reclusione per don Livio Graziano, sacerdote della diocesi di Aversa, originario di Lusciano. Il religioso, accusato di atti sessuali con minorenne, ha proposto ricorso in Cassazione contro la sentenza.

Gli abusi sul ragazzino della provincia di Salerno si sarebbero consumati nell’estate 2021. Il 12enne era ospite presso la comunità “Effatà, apriti” di Principato Prata Ultra, in Irpinia. Il centro era diretto da don Livio Graziano. Il prete, attualmente ai domiciliari, ha sempre respinto gli addebiti. Due collegi giudicanti non gli hanno finora creduto.