- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Avellino – A sei anni ( 13 giugno 2011 – 13 giugno 2017) dal referendum contro la privatizzazione dell’acqua, la volontà del popolo viene ancora calpestata.
Il progetto di privatizzazione dell’acqua è globale e non solo irpino. Qui in Irpinia vogliono privatizzare dicendo di essere a favore dell’acqua pubblica e cioè cercano di fare fesso il popolo che poi tanto fesso non è». Così Giuseppina Buscaino, referente Provinciale comitato acqua bene comune.
“Le multinazionali – spiega – si sono divise le zone. Il centro sud va ai francesi di Suez e Veolia. Caltagirone, azionista di Acea , sta vendendo le sue quote a queste multinazionali francesi. Come tutti sappiamo Gesesa di Benevento contiene Acea che a sua volta contiene il comune di Roma con il 51%, la multinazionale francese Suez e la Banca Norvegese, ed anche Caltagirone che non è pubblico. Il presidente dell’Ente idrico campano invece vorrebbe fare passare Gesesa per pubblica”.
E questo nonostante il referendum, “rimasto inatteso”: “Chi governa a vari livelli si sta comportando come se questo referendum che ha cancellato il profitto che deriva dalla gestione dell’acqua, non ci fosse mai stato, disprezzando il popolo e la sua volontà. In Gb con un referendum consultivo stanno mettendo in atto la Brexit, mentre qui, un referendum che adesso è legge dello Stato viene oltraggiato”.
“L’acqua – continua Buscanino – è un bene universale fondamentale per la vita e non deve essere affidata alle logiche del mercato e del profitto. E questo ha deciso il popolo italiano nel 2011. Hanno quindi provveduto con il decreto Madia a cancellare il secondo quesito referendario.
Stanno disumanizzando la vita. E’immorale fare profitto da un elemento che è indispensabile per la vita, è come quotare in borsa la vita stessa».