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La protesta corre sul web mentre loro, i veri ignari protagonisti di questa storia, indisturbati, scorrazzano letteralmente per le strade cittadine. Il riferimento è a quel che sta accadendo tra l’Alta Irpinia e l’arianese, due zone geograficamente distanti ma accomunate ormai da una presenza fissa: i cinghiali.

A lanciare l’appello affinchè si prendano provvedimenti sono proprio i cittadini che sui social network stanno evidenziando il problema.  Nei giorni scorsi Ad Ariano alcuni automobilisti avevano segnalato la questione. Prima a via Sant’Antonio, poi ai Pasteni ed infine nella zona della Madonna dell’Arco. Gli indesiderati animali sono stati individuati più volte mentre affollavano le strade. Il primo avvistamento c’è stato nei pressi del bivio di Montecalvo, il secondo tra via Giacomo Matteotti e località Sant’Antonio. Solo per un caso non si sono registrati danni o incidenti, ma resta alta l’attenzione lungo la statale 90 delle Puglie in direzione Foggia, nel territorio della Valle del Cervaro, dove quotidianamente transitano molte auto.

Inevitabile il passaparola social con il quale, chi era stato protagonista dello sgradito incontro, informava i colleghi automobilisti di fare attenzione per evitare incidenti. Rientrato il “caso Ariano” la questione si è spostata in Alta Irpinia. A Lioni sono in tanti a sfogarsi su Facebook. C’è chi scrive: “Bella la nostra Lioni… un posto incantevole x far crescere i propri figli… ma quando cominci a vedere i cinghiali sotto casa cominci a dubitare di vivere in un paese sicuro”.

I commenti si sprecano e c’è chi rincara la dose: “Mica solo i cinghiali, da noi a San Bernardino ci sono anche topi, serpenti e vipere praticamente uno zoo”. Le risposte alle paure dei lionesi latitano con buona pace per i cittadini mentre, ad entrare a gamba tesa nella querelle, ora, sono gli animalisti che rispondono  a chi invoca l’apertura della caccia per gli invadenti mammiferi.

Tra chi ha torto e chi ha ragione restano i dati. I cinghiali in Campania sono circa un 1 milione e mezzo, presenti praticamente ovunque in particolare nel Sannio e nell’Irpinia. Con un elenco che racconta come, in tutta la provincia di Avellino, il fenomeno sia diffuso e non trascurabile. Aiello del Sabato, Altavilla Irpina, Andretta, Aquilonia, Ariano Irpino, Avella, Avellino, Bagnoli Irpino, Baiano, Bisaccia, Bonito , Cairano, Calabritto, Calitri , Caposele, Capriglia Irpina, Carife, Castel Baronia, Castelfranci, Castelvetere  sul Calore, Chianche, Chiusano San Domenico, Contrada, Conza, Domicella, Frigento, Gesualdo, Greci, Grottaminarda, Grottolella, Guardia Lombardi, Lacedonia, Lapio, Lauro, Lioni, Manocalzati, Melito Irpino, Mercogliano, Montaguto, Montecalvo Irpino, Montefalcione, Monteforte Irpino, Montefusco, Montemarano, Montemiletto, Monteverde, Montoro, Morra de Sanctis, Nusco, Parolise, Paternopoli, Petruro Irpino, Pietrastornina, Prata Principato ultra, Pratola Serra, Quindici, Rocca San Felice, Roccabascerana, San Michele di Serino, San Potito Ultra, San Sossio Baronia, Santa Andrea di Conza, Santa Paolina, Sant’Angelo dei Lombardi, Scampitella, Serino, Solofra, Sperone, Taurano, Torella dei Lombardi, Torre le Nocelle, Torrioni, Trevico, Tufo, Vallata, Vallesaccarda, Villanova del Battista, Zungoli: qui sono presenti gli ungulati.

Pochi dei 118 comuni, dunque, fanno eccezione confermando in maniera inequivocabile che l’appello dei cittadini non può rimanere inascoltato.