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“In Italia, specie al Sud, i problemi legati alla corruzione nelle pubbliche amministrazioni sono molto sentiti e di stringente attualità. Una pubblica amministrazione, se non funziona correttamente, rischia di aprire le porte alla criminalità organizzata. Negli ultimi anni abbiamo fatto diverse indagini e in molti comuni della provincia di Avellino abbiamo trovato forme di malaffare e di corruzione”. Francesco Soviero, pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, rinnova il suo allarme, lanciato in più occasioni, della camorra dei colletti bianchi che si insinua nelle pubbliche amministrazioni.

Un malcostume che ha visto protagonisti in negativo, sottolinea il magistrato, anche diversi comuni irpini. Da qui, l’appello di Soviero al buonsenso degli amministratori pubblici. “La classe dirigente deve dare il buon esempio, a tutti i livelli. I pubblici amministratori devono essere impermeabili alle pressioni della criminalità, alle lusinghe di camorra o mafia. Fare l’amministratore pubblico è un onere che deve essere visto come un servizio reso ai cittadini. Non ci si arricchisce facendo questo tipo di attività”. Soviero parla di legalità e giustizia dinanzi ad un folto pubblico di studenti dell’Ite Luigi Amabile di Avellino. Sono i cittadini del futuro, spiega, affiancato dalla dirigente Pappalardo, dal docente universitario Paolo Ricci e dalla professoressa Trofa. E lancio un invito ai cittadini. “E’ un peccato – dice – che ad Avellino ci siano casi di corruzione o malaffare. I cittadini devono ribellarsi ai soprusi, perché non è giusto vivere in condizioni non sane. Lo so che non è facile, ma devono sapere che lo Stato c’è, è al loro fianco”.