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di Marco Imbimbo

Ottantatré sedute di Consiglio Comunale in quattro anni, almeno 15 andate deserte o in cui è caduto il numero legale, altrettante hanno avuto bisogno di un altro o più giorni per approvare gli argomenti di discussione. Sono queste le cifre di quattro anni di amministrazione Foti. Numeri che diventano importanti per quantificare anche il costo totale delle sedute di Consiglio Comunale che, solo in gettoni di presenza per i consiglieri, ha visto uscire dalle casse dell’ente circa 150 mila euro (compreso i lavori delle commissioni consiliari). Poi ci sono le spese per il personale, quasi sempre ore di straordinario perché le Assise cittadine vengono convocate principalmente di lunedì o venerdì per venire incontro alle esigenze di alcuni consiglieri, ma si tratta di quei giorni in cui l’ente è chiuso di pomeriggio, quindi per il personale impiegato scatta lo straordinario con esborso maggiore per il Comune. E parliamo di almeno 15 dipendenti impiegati a vario titoli durante un’Assise. Un’ora di straordinario costa 14 euro in media (lordi), a seconda della categoria lavorativa. Considerando una durata media di quattro ore di un Consiglio, tra sedute svolte, rinviate e ripetute, l’ente ha speso oltre 100 mila euro in personale. Cifra che rischia di essere anche bassa, perché non sono rare quelle occasioni in cui il personale viene chiamato in servizio qualche ora prima dell’orario di inizio del Consiglio, magari per via di una riunione di maggioranza o tecnica.

A destare perplessità, però, non sono tanto le cifre, ma quanto i contenuti delle Assise cittadine. Molte di esse si sono risolte in approvazioni di debiti fuori bilancio e discussioni su mozioni presentate dall’opposizione. Questo perché, spesso, argomenti delicati sono stati ritirati immediatamente e riproposti in altre sedute, come successo di recente con il Rendiconto 2016 e il Piano di Zona che ritorneranno in Aula la settimana prossima, oppure discussi più volte (forse troppe) prima giungere a una definizione (leggasi ex Eliseo che è giunto in Aula più volte in due anni, per arrivare a una scelta di recente che non necessitava di tante discussioni).