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Avellino -I sindaci irpini contro l’atto aziendale dell’Asl. Il riassetto dei presidi ospedalieri disegnato dall’azienda sanitaria di via degli Imbimbo non piace a nessuno .

 Questa mattina il nuovo comitato dei sindaci lo ha ribadito a gran voce. Al Comune di Avellino, nella stanza del presidente dell’organismo, ovvero il sindaco Paolo Foti, si sono riuniti Domenico Gambacorta, Michele Vignola, Rosanna Repole e Marcello Arminio. L’ultimo ad arrivare il sindaco di Ariano Irpino, nonché Presidente della Provincia di Avellino, apparso in buona forma dopo il malore di circa due settimane fa.

Il comitato dei sindaci è pronto ad vviare una fronte sinergico contro l’atto aziendale dell’Asl.

Un atto meramente burocratico”, ha chiosato Paolo Foti – ” L’organismo punta ad emendare l’atto aziendale dell’Asl con i suggerimenti emersi nel corso del consiglio provinciale lo scorso 3 novembre. “Abbiamo inteso condividere in toto il documento – conferma il promp cottadino di Avellino – che mette in evidenza una serie di criticità e deficienze dell’atto aziendale dell’Asl, peraltro bocciato in due occasioni dalla Regione”.

La posizione del comitato sarà condivisa da tutti gli altri sindaci in assemblea, i prossimi 11 e 12 dicembre. “Nel frattempo – aggiunge il presidente del comitato  – convocherò il direttore generale dell’Asl per un confronto. Suggerisco alla dottoressa Morgante di aprirsi al dialogo con i sindaci, che sono portatori di esigenze dei territori e conoscono deficienze e criticità dei territori. Con le esigenze della sanità non si può essere portatori di burocrazia – avverte – come se l’atto aziendale andasse fatto a prescindere e comunque”.

Le modifiche previste dovranno riguardare in particolare i presidi di Solofra e Bisaccia. Foti è netto: “Non si manda in agonia un ospedale, abbandonandolo a se stesso. Si dica chiaramente se deve andare così perché si vuole risparmiare”. Ovviamente, l’auspicio dei sindaci è tutt’altro. E si preannunciano giorni di una lunga battaglia nei confronti  del direttore generale dell’Asl che in più di una occasione è apparsa convinta sul provvedimento e poco incline ad avviare una mediazione che possa produrre azioni concerte come quella di ritornare su alcuni punti dello stesso atto.