- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

“Abbiamo ritrovato in Campania una situazione che rispecchia un pò quella nazionale, forse aggravata per il numero di detenuti che ci sono in questa regione. Aggravata visto che l’esecuzione penale in Italia non viene seguita secondo i principi della nostra Costituzione“. E’ il monito che arriva da Rita Bernardini, presidente dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino. “Ad oggi per come sono strutturate le carceri non c’è un vero recupero – ammette – E’ chiaro che viviamo in una situazione tra luci ed ombre“. Ad esempio questa mattina abbiamo visitato il carcere di Avellino – continua Bernardini – Abbiamo incontrato parti assolutamente avanzate con gradi fasi di recupero attraverso lavoro o studio, altre purtroppo in pieno degrado dove ci sono i casi problematici. Tra casi di disagio psichiatrico molto forte – dice – Casi di tossicodipendenza ma soprattutto povertà. Basti pensare che abbiamo incontrato una persona molto anziana che continua ad essere in carcere perché non ha una casa dove scontare i domiciliari, purtroppo è un problema serio.

E’ chiaro che bisognerebbe puntare su misure alternative al carcere – afferma – Ricorrendo alle pene detentive solo quelle persone socialmente pericolose attuando una vera opera di risocializzazione. Occorre una mentalità diversa. E’ chiaro che il nostro sistema penitenziario non costi, costa tantissimo: 3 miliardi e 200 milioni di euro all’anno. Basti pensare che tutta la giustizia in Italia ha un finanziamento di 7 miliardi di euro. E’ chiaro che il denaro investito nell’amministrazione penitenziaria, venga utilizzato nel recupero e la prevenzione del reato”.

“Le criticità sono tante – afferma il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, Gerardo Di Martino – Il nostro ordine sarà sempre al fianco di combatte uno stato inadempiente che non garantisce i servizi essenziali o di chi è in carcere non godendo delle stesse possibilità di chi è libero”. “Nei giorni scorsi – racconta – Siamo stato uno dei primi ordini in Italia ad aderire al progetto “Una telefonata allunga la vita” e “Sbarre di zucchero” per combattere la piaga dei suicidi in carcere”.

“E’ chiaro che viviamo un momento di sofferenza per le carceri – dice l’avvocato avvocato Giovanna Perna dell’Osservatorio Carcere UCPI per la Regione Campania – Non solo dal punto di vista della provincia ma nazionale. Troviamo ancora dei numeri molto alti sotto il profilo dell’affollamento ma l’aspetto più drammatico e preoccupante è quello sanitario, soprattutto in riferimento alla problematica psichiatrica”.

Un caso riscontrato anche nel carcere di Avellino: “Troviamo ancora dei numeri molto alti sotto il profilo dell’affollamento ma l’aspetto più drammatico e preoccupante è quello sanitario, soprattutto in riferimento alla problematica psichiatrica – dice – Non a caso ho voluto coinvolgere, in questo incontro, il referente dell’area sanitaria penitenziaria di Avellino, Vittorio De Leo affinché ci illustri le iniziative concrete che la direzione generale intende adottare”. Non solo criticità nella provincia di Avellino ma anche esempi di realtà virtuose: “Il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi pur riscontrando delle problematiche connesse all’aspetto sanitario, è un istituto modello perché al suo interno si fa tanta attività trattamentale nell’ottica della funzione rieducativa della pena – conclude – Dobbiamo esserne orgogliosi, tutto dipende dal lavoro del personale che ringrazio di questo impegno. Da parte di noi operatori di diritto vogliamo fare in modo che le problematiche esistenti siano affrontate, abbiamo il dovere di dare un forte contributo”.