Avellino – “E’ un vero onore per me presiedere alla cerimonia che ricorda la memoria del brigadiere Antimo Graziano. Il 14 settembre di quarant’anni fa fu vittima di un barbaro atto della criminalità organizzata. E’ un momento di ricordo ma soprattutto un’attestazione dell’importanza del messaggio che Antimo Graziano ha lasciato in tutti. Deve essere un monito per lavorare meglio”. Così la direttrice del carcere di Bellizzi Irpino, Concetta Felaco. “La realtà di questo istituto è particolarmente complessa – ammette – Sicuramente le problematiche non mancano. Il carcere per sua natura è un struttura che tende ad assorbire tutte le mancanze o disfunzioni della società attuale”.
“Abbiamo tanto da fare – continua la dottoressa Felaco – L’obiettivo è gestire al meglio la popolazione detentiva. Noi qui abbiamo un bacino d’utenza che normalmente è rivolto a molti detenuti che provengono dallo sfollamento di Poggioreale. Ecco il motivo di alcuni criticità che balzano alle cronache con autolesionismo o altro. Vivere nell’emergenza non fa alimentare una situazione di malessere”. “Nei giorni scorsi abbiamo avuto una riunione con il manager dell’Asl di Avellino, Mario Ferrante – svela – Confronto con gli istituti di Sant’Angelo dei Lombardi e Ariano Irpino affrontando la problema la problematica della riorganizzazione del sistema sanitario. Ho trovato una grande disponibilità ma soprattutto una grande sintonia con le problematiche del carcere. Siamo molti fiduciosi di poter lavorare in maniera più organizzata”. “
Qui ci sono delle mancanze che vanno affrontate, visto le carenze di alcune branchie importante della sanità. E’ un modo per rendere l’istituto. Abbiamo sottolineato anche la necessità della figura dello specialista psichiatrico, Il detenuto va seguito a step: serve continuità – conclude – Noi abbiamo necessità di allertare il personale sulle questione dei controlli, purtroppo fa parte dei rischi visto l’introduzione di cellulari o droghe. La carenza in organico impatta in queste situazione di criticità operative”.
