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Avellino – “E’ deludente la risposta dell’AD di Autostrade per l’Italia”. E’ il duro sfogo del parlamentare irpino Angelo Antonio D’Agostino, che era intervenuto sul caso Euronut inviando una lettera-appello a Castellucci, con la quale lo aveva sollecitato a proporre una soluzione alla vicenda dell’azienda irpina in ginocchio per la perdurante chiusura del viadotto 22 dell’A16.

La Euronut,azienda irpina che insiste nell’area di Sperone e specializzata nella lavorazione di nocciole, è in vista di un drastico taglio del persone a causa della chiusura del cavalcavia 22 dell’autostrada A16.

Nella missiva D’Agostino aveva evidenziato che “la Magistratura ha sicuramente avuto le sue buone ragioni per adottare tale provvedimento, ma la proprietà della Euronut, i lavoratori e le istituzioni locali non si spiegano il perché Autostrade Spa non abbia ancora provveduto, come promesso, a proporre soluzioni di viabilità alternative che consentano all’azienda irpina di continuare ad operare regolarmente”. D’Agostino aveva definito “inaccettabile, che in tempi di crisi occupazionale un’azienda venga messa in ginocchio perché quattro mesi non sono bastati a farla uscire dall’isolamento nella quale si è venuta a trovare in seguito al sequestro di un cavalcavia” ed auspicava “un atteggiamento collaborativo di Autostrade”.

L’Ad di Autostrade non ha perso tempo a replicare al parlamentare e D’Agostino ha reso noto la risposta nella quale Castellucci fa sapere “che all’inizio del mese di agosto Autostrade per l’Italia ha presentato istanza di dissequestro, sulla base di relazioni tecniche relative al viadotto chiuso dalla Magistratura. Successivamente, sempre secondo l’Amministratore delegato – la società avrebbe attivato ulteriori approfondimenti, a cura di un docente universitario, che saranno trasmessi alla Procura per le determinazioni del caso”.

Per D’Agostino la risposta di Autostrade “è deludente: da ben 4 mesi la società concessionaria che gestisce le nostre autostrade è consapevole del dramma di un’Azienda sana, che si vede costretta ad ipotizzare il licenziamento dei suoi dipendenti perché un cavalcavia rimane chiuso per così tanto tempo. Ciononostante mancano ancora risposte che servano concretamente a risolvere un problema che rischia di penalizzare fortemente una delle realtà più significative della piccola e media impresa irpina. Spero che tutte le istituzioni si adoperino fattivamente affinché in tempi rapidissimi la Euronut venga messa nella condizioni di continuare ad operare, mantenendo gli attuali livelli occupazionali e continuando a sostenere l’economia irpina che si caratterizza per una ricca produzione corilicola”.