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Il giornalista Rai Rino Genovese non vuole tirarsi indietro dalla competizione elettorale per la città di Avellino ma intende chiarire la sua personale posizione, dopo che da mesi il suo nome è stato tirato in ballo come possibile candidato a sindaco della coalizione di centrodestra, sino alle indiscrezioni delle ultime ore di un no ai simboli di partito e dunque di un progetto naufragato.

Da avellinese innamorato di Avellino, faccio appello a tutti i partiti per un tavolo aperto di confronto sulle migliori idee di sviluppo sociale, economico e culturale per la nostra città.
C’è ancora il tempo  per concretizzare un’alleanza tra forze politiche anche simbolicamente contraddistinte, associazioni, mondo del volontariato, cattolici impegnati in politica. Alla “distinzione simbolica” dei partiti propongo un patto di “distinzione etica e programmatica”.

Quindi la ricostruzione dei passaggi degli ultimi mesi: “Da svariate settimane vengo quotidianamente sollecitato da colleghi ed amici che mi chiedono notizie rispetto ad una mia imminente candidatura a Sindaco di Avellino. La risposta è che sono sempre stato e continuo ad essere a completa disposizione della mia città se, in qualsivoglia modo, possa contribuire ad un suo rilancio. La mia storia è sempre stata caratterizzata da una completa dedizione alla mia terra.

Ma credo – continua – sia arrivato il momento di fare chiarezza su una vicenda che si sta prestando ad interpretazioni a volte fantasiose.
Non è un mistero che già da diversi mesi, attraverso il mio profilo Facebook personale, abbia esternato alcune considerazioni critiche rispetto all’attività amministrativa del Sindaco Festa.

L’ho fatto da libero cittadino, mai come giornalista del servizio pubblico (da giornalista ho sempre svolto un ruolo assolutamente imparziale, dando voce al primo cittadino su ogni argomento per il quale abbia ritenuto importante l’intervento della Tgr). Considerazioni che, nel corso dei mesi scorsi, ho visto condivise ed apprezzate da molti amici, cittadini, associazioni, protagonisti del mondo culturale cittadino e da alcuni partiti politici.

Ne è nato un naturale e coinvolgente confronto, che mi ha permesso di conoscere a fondo l’animo più vero e genuino della città. Per quanto possibile, compatibilmente con i miei impegni di lavoro, ho incontrato tanti giovani ricchi di idee ed entusiasmo, associazioni che, in modo disinteressato, si stanno prodigando ed impegnando per il bene della comunità, semplici cittadini che fanno della loro vita anche un impegno sociale.
Finché ci saranno persone come loro nulla è perduto, e sarà sempre possibile immaginare un futuro di progresso per Avellino e l’Irpinia.

Oggi – continua – posso affermare con assoluta convinzione di aver conosciuto una realtà vitale, propositiva, ricca di potenzialità inespresse, un fervore culturale magmatico ed organizzazioni politiche che, pur tra mille difficoltà, sono pronte a raccogliere le grandi sfide per il futuro del nostro capoluogo.

Tutto questo non poteva lasciarmi indifferente. Non nascondo che a scuotermi ulteriormente siano state le parole del nostro Vescovo, il suo grande richiamo al risveglio delle coscienze della nostra comunità da troppo tempo sopite.
Nei mesi si è rafforzata in me l’idea che in città ci sia un diffuso malcontento.
Si avverte in modo epidermico il desiderio di un approfondito progetto di rilancio della nostra città.

Questa fase di ascolto però non è mai stata subordinato in nessun modo a un’ambizione di tipo personale o politico. Non ho mai posto la questione della mia candidatura come condizione necessaria alla promozione di un’idea di città diversa da quella del sindaco Festa. Mi meraviglia, dunque, che il dibattito cittadino continui a incentrarsi intorno al tema, sinceramente non prioritario, di una mia personale candidatura apicale. Non ritengo che sia questo il tema centrale della vicenda politica avellinese.
La città ha bisogno di un grande progetto che le consenta di recuperare quel ruolo di capoluogo a cui sembra da troppo tempo aver abdicato.

Un programma che la qualifichi per un’adeguata attenzione alle politiche sociali, culturali, giovanili, ambientali, e la trasformi nel vettore delle grandi tradizioni ed economie irpine. C’è bisogno di visione, partecipazione, impegno, i nomi vengono dopo!

Personalmente non ho alcuna riserva da sciogliere. Non sono mai stato candidato e non ho mai chiesto di esserlo, né mai lo avrei fatto senza prima avvertire la mia Azienda. La mia posizione chiara e definitiva è che con enorme piacere contribuirei alla costruzione di una squadra di governo (non necessariamente come candidato a sindaco), se ravvisassi una seria ed ampia convergenza su un preciso programma di sviluppo della mia città.
“Avellino capoluogo delle grandi tradizioni ed economie irpine. Città del welfare e della trasparenza amministrativa. Hub di supporto universitario. Città dei quartieri identitari fulcro dell’area vasta. Città dove la lotta alle povertà, l’attenzione ai bisogni dei più deboli diventino obiettivi prioritari… ” sono questi i miei sogni…

E’ intorno a questo grande programma condiviso che dovrà costruirsi la candidatura del candidato sindaco, ed è intorno a queste idee che, sono certo, potrebbero coalizzarsi forze politiche, sociali, culturali che davvero vogliano il bene di Avellino. Non ho mai posto e continuo a non porre la mia candidatura come condizione, al contrario pongo la condizione del ragionamento sul programma. Io ci sono e ci sarò indipendentemente dal ruolo, ma questo deve essere lo spirito.
Viva la nostra Avellino, terra di cultura, storia e tradizioni!».