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“Le istituzioni posso incidere ma ciascuno di noi può fare la sua parte contro la povertà. Il disagio è di tutta la comunità, punta di iceberg, spesso, di un disagio psichiatrico rispetto al quale anche noi possiamo fare qualcosa, anzi molto”. Così il vescovo di Avellino, Arturo Aiello, a margine dell’incontro “Artigiani di comunità”, che si è tenuto all’auditorium del polo giovani di via Morelli e Silvati ad Avellino organizzato dall’azione cattolica italiana-Diocesi di Avellino.

“Molte terre martoriate ci sono in Italia. Non solo la nostra”, osserva Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e presidente della Conferenza episcopale campana. “Oggi ci confrontiamo sulla costruzione della comunità. Si parte dalle relazioni, quelle vere e non virtuali. La pandemia ci ha fatto capire che i rapporti umani sono molto importanti. Ma dobbiamo mettere insieme l’io e il noi. Questo è il messaggio per i giovani che sono abbagliati da un finto noi, quello delle comunicazioni social che costruiscono relazioni non vere”, ha osservato.

E ancora sull’ambiente: “Ormai – ha continuato – le mafie sono quasi tutte ecomafie, hanno a che fare con la gestione dei rifiuti. Su questo costruiscono i loro imperi.
Oggi lo dicono i rapporti periodici della magistratura: le mafie sono i colletti bianchi, che intessono rapporti con la grande finanza, studiano finanza”, ha spiegato.

Per il procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma,“quando si ragiona di diritti, bisogna interrogarsi se corrispondono all’umano. I giovani devono uscire dalle logiche ripetitive. Serve un po’ di originalità.

Dovremmo recuperare – ha continuato – il concetto di ecologia integrale, dovremmo interrogarci su come siamo fatti. Ho letto, ad esempio, che il pontefice nel discorso ai diplomatici ha fatto un passaggio sul tema della maternità surrogata, che viene presentata come una conquista di civiltà ma che in realtà non lo è, non è conforme all’identità della donna. Questo fa parte dell’ecologia integrale. Non tutti i desideri possono essere trasformati in diritti. Viviamo in una dimensione molto individualistica”.

E sui casi sempre crescenti di violenza sulle donne e e femminicidio: “La relazione deve essere sempre tra due persone, oggi invece ci sono rapporti di forza tra soggetto e oggetto. Si insegue tutto quello che insegue l’interesse egoistico. La comunità è dove ciascuno può riconoscere l’altro come persona e non come oggetto. Avere rispetto per l’ambiente, ad esempio, è avere rispetto per tutta la comunità. I danni su alcuni territori sono disastrosi. Ci vorranno decenni e decenni per bonificarli. Stiamo portando avanti controlli in varie zone dell’Irpinia, tra cui il montorese e il solofrano. La nostra provincia ha alcune parti bellissime, ma altre, altrettanto belle che hanno patito tragedie ambientali”.