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Dopo il commissariamento il Pd nel caos. Si dice sul provvedimento ci sarebbe la firma del segretario Matteo Renzi. Il nome dovrebbe essere quello di David Ermini.  Ma una comunicazione ufficiale ancora non è arrivata nelle sede di via Tagliamento. E allora non si capisce cosa fare. Il presidente della commissione di garanzia irpina, Giuseppe Di Guglielmo, tira dritto: «Oggi non c’è nessuna ufficialità. Ho convocato la commissione lunedì sera alle 18 per dirimere le ultime questioni prima del congresso. Aspettavamo l’esito del ricorso alla commissione nazionale di garanzia riguardo il caso dei circoli di Cervinara, Rotondi e Lacedonia (240 tessere non ancora riconosciute ndr). Per il resto abbiamo completato l’iter per il congresso: abbiamo controllato e approvato i moduli per le candidature, il regolamento con la modifica delle date e la platea è quella che prevedeva gli iscritti e gli on line 2016 così come diceva la commissione nazionale di garanzia».

Insomma, il commissariamento adesso no: «Dal punto di vista tecnico e normativo non ci sono i presupposti. Motivare il provvedimento con il caso delle disputa sulla data di presentazione delle candidature (dal 29 luglio al 29 agosto per il deposito delle candidature alla carica di segretario provinciale e le liste collegate ndr) mi sembra azzardato».

E ancora: «Come commissione provinciale abbiamo deliberato, tenendo presente che le minoranze, sulla data di settembre: solo un delegato si è espresso contro. Dal 13 luglio ad oggi la commissione di garanzia nazionale si è pronunciata su altre questioni senza prendere in considerazione questo aspetto. Il commissariamento oggi è sbagliato nei modi e nei tempi. Quando un organo di primo livello fa una delibera ce ne sono altri che la correggono, però non dopo venti giorni, massimo 24-48 ore: perlomeno questo prevede il regolamento. Altrimenti mi sembra qualcosa di strampalato».