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Avellino – Non si placano i toni dello scontro tra il Sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, e la consigliera comunale di opposizione Nadia Arace che nella giornata di ieri aveva accusato il primo cittadino di non occuparsi delle politiche sociali e del tema riguardante la violenza sulle donne perdendo troppo tempo sui social. La denuncia della Arace aveva fatto seguito all’episodio del maltrattamento di una donna in pieno centro nel capoluogo irpino (Leggi qui), parole alle quali Ciampi ha inteso rispondere duramente chiedendo le dimissioni della consigliera di “Si può”. “La Arace si Dimetta – aveva esordito ieri il Sindaco con un post sulla sua pagina Facebook -. Quando è troppo è troppo. Siamo arrivati al ridicolo. Mi si può accusare di tutto. Di essere stupido, incapace, fascista, comunista. Ho subíto di tutto e ho accettato di tutto. Ma usare un dramma come quello della violenza sulle donne per fare politica, questo NO. Accusarmi di stare su Facebook mentre una donna viene aggredita in centro? Ma scherziamo? Ma cosa vuol dire? Arrivare ad usare la sofferenza per attaccare il Sindaco è da balordi. Se non si presentano le dimissioni per un atto del genere, mi chiedo quando si dimetteranno persone così”. 

Questa mattina Nadia Arace attraverso una nota stampa si è rivolta nuovamente al primo cittadino chiarendo il senso del suo messaggio. Di seguito riportiamo la nota integrale:

“Nella giornata di ieri, la città è stata scossa dall’ennesimo atto di aggressione ai danni di una giovane donna, un avvenimento agghiacciante per la barbara violenza che si è consumata in pieno centro. Un accadimento che ha evidentemente lasciato indifferente il primo cittadino, che non ha avvertito il dovere di intervenire in merito, mentre era impegnato a progettare e pubblicare nella stessa giornata, sui social, e facendo un uso improprio dello stemma comunale, l’ennesima gogna mediatica ai danni dei Consiglieri che il giorno precedente avevano, legittimamente, votato contro il documento programmatico proposto dall’Amministrazione. 

Pretendere che il Sindaco della città capoluogo non faccia un uso distorto dei social per veicolare messaggi propagandistici, disinformativi e offensivi dei valori e delle regole democratiche e che, invece, presti la dovuta attenzione ai sempre più frequenti episodi di violenza e di bullismo ai danni di donne e di stranieri che si stanno ripentendo in città è, a mio avviso, un atto dovuto. 

L’attuazione di misure di contrasto alla violenza sulle donne è stato uno dei passaggi che ho fatto nel Consiglio comunale “incriminato” e che evidentemente il Sindaco non ha ascoltato, quando, con riferimento all’assenza di azioni relative alle politiche di genere negli indirizzi proposti, ho sottolineato la necessità di dare seguito all’attivazione del terzo consultorio familiare sul territorio comunale, tema a me caro e che mi ha vista impegnata già durante la scorsa consiliatura, quando ho portato all’attenzione dell’aula la mozione n. 135/2017, poi approvata all’unanimità, relativa all’individuazione di un immobile comunale da destinarsi a consultorio familiare in applicazione della L. 405/75 e della L. 34/96. 

La regressione democratica e dei diritti di cui il Governo di questa città si sta facendo interprete rafforza in me l’impegno per onorare al meglio delle mie capacità l’alto compito che i cittadini avellinesi mi hanno affidato e mi conferma, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che non c’è alternativa praticabile alla fine anticipata di questa consiliatura. Alla donna vittima di questo barbaro atto e a tutte le altre donne vittime ogni giorno di violenza, molestie e discriminazione giunga la mia più sentita vicinanza”.