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Un’interpellanza al Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, per conoscere i criteri che il Governo ha adottato nell’indicare gli oli extravergini di oliva da tutelare nell’ambito dell’accordo UE – Canada denominato ‘Ceta’. Ciò perché nell’elenco non ha trovato posto il ‘Terra di Bari’, che è l’olio che vanta il livello di produzione più elevato in Italia.
E’ l’iniziativa del deputato di Scelta Civica Angelo D’Agostino, che spiega: «E’ abbastanza singolare che il Governo abbia indicato tra gli oli da tutelare il ‘Garda Dop’, che ha una produzione di 160 tonnellate, mentre è stato escluso un olio come il ‘Terra di Bari’ che vanta una produzione di oltre 20 volte superiore, pari a 3641 tonnellate. D’altronde – osserva D’Agostino – il ‘Terra di Bari’ ha un livello di esportazione pari al 70% rispetto al 50% del ‘Garda’».
Secondo D’Agostino, si tratta di «una incongruenza sconcertante, anche in ragione del fatto che, oltre al Garda, sono stati inseriti altri Dop che hanno una produzione di gran lunga inferiore».
Il deputato di Scelta civica chiede al Ministero dell’Agricoltura di spiegare le ragioni «della estromissione dall’accordo Ceta dell’olio che ha i livelli più elevati di produzione ed esportazione. E’ evidente che si tratta di una decisione che, a prescindere dal criterio adottato, non risponde alla esigenza di tutelare le produzioni di eccellenza e soprattutto è fortemente penalizzante per l’economia del Mezzogiorno che, invece, andrebbe sempre più supportata. Mi auguro che il Ministro dell’Agricoltura e il Governo rivedano tale decisione».