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“Come procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo assumo l’impegno di fare tutto il possibile per ricominciare le indagini e orientarle verso l’individuazione dei responsabili perché anche a distanza di tempo è nostro dovere farlo e la legge prevede che sono delitti imprescrivibili“. E’ quanto affermato da Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo intervenendo alla cerimonia per i 25 anni del Gom, Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria, riferendosi al all’omicidio di Pasquale Campanello.

Il Sovrintendente Capo Campanello, 33 anni, prestava servizio alla Casa circondariale di Napoli Poggioreale “G. Salvia, dove era addetto al padiglione Venezia che ospitava detenuti appartenenti alla criminalità organizzata sottoposti al regime detentivo ex 41 bis. Quella sera del l’8 febbraio 1993, a fine turno, alle 17,45 Pasquale  faceva ritorno a casa, nel comune di Torrette di Mercogliano. Arrivato presso la propria abitazione lo attendeva un commando di quattro killer che lo massacrò con 14 colpi di arma da fuoco, altri 4 lo finirono quando era già a terra agonizzante.