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Avellino – “Mi ricordo dove sono nato e sono cresciuto. Avellino ce l’ho dentro al cuore. E la porto in alto con me. Quella era la mia scuola. In quella villa ho dato i miei primi limoni. Chi lo poteva dire, io forse un po’ sì. Non mi sono mai reputato meglio di nessun altro. Ma che avessi qualcosa da esprimere, sì lo sapevo. L’ho sempre saputo. Qualcosa di speciale, da dire a modo mio, ho cercato di proteggerlo, come si fa con le cose belle e fragili. Proteggete le cose belle speciali, non cercate di essere come gli altri. Non imitate le altre città, le altre persone. Distinguetevi, c’è bisogno di ognuno di voi. Non di una massa che uno gli dice cosa fare e loro obbediscono. Ringrazio chi ci credeva e chi no. I miei genitori e mia sorella. Perché, accanto a chi sogna, c’è sempre bisogno di chi sostiene. E loro non mi hanno mai buttato giù. In me ci hanno sempre creduto”. E’ stato questo il discorso con cui Ghemon, al secolo Gianluca Picariello, ha abbracciato la sua Avellino.

Diecimila le presenze che hanno affollato Corso Vittorio Emanuele. Giovani e meno giovani che hanno hanno voluto essere presenti per abbracciare un figlio dell’Irpinia. Un figlio che è partito dalla città capoluogo con il suo walkman e passione per approdare sui palcoscenici più importanti d’Italia, tra cui Sanremo, e d’Europa. Un figlio d’Irpinia che ha sempre sostenuto i colori della sua terra. Lo ha ribadito nel suo virtuale abbraccio ai diecimila presenti. Immancabile l’apoteosi al momento di intonare Rose Viola. Brano che ha portato alla ribalta Ghemon lo scorso febbraio al Festival di Sanremo. E tra i palcoscenici più importanti per il giovane Gianluca ci sarà sicuramente Avellino sul gradino più alto. Al fianco dell’artista il sindaco di Avellino Gianluca Festa, l’assessore Stefano Luongo, il consigliere Antonello De Renzi e il direttore artistico Roberto D’Agnese.