LETTERA APERTA DI UN GIOVANISSIMO CANDIDATO:
“Sono Nicola Antonio Raduazzo, ho ventun anni e – come preannunciato nel titolo – ho deciso di candidarmi alle elezioni amministrative del mio paese: San Sossio Baronia (AV).
Per alcuni a quest’età dovrei pensare ad altro ma il mio rigore morale ed il legame con il mio paese, con l’amata Irpinia, hanno portato ad occuparmi ben presto di questa “giungla” che chiamiamo politica; però con l’obiettivo di fare la differenza.
Da diversi anni milito in Fratelli d’Italia Avellino, nonché nell’organizzazione giovanile, Gioventù Nazionale, di cui ad oggi ne sono il Vicepresidente Provinciale; anche nel sistema associativo universitario – sono uno studente della facoltà di lettere classiche presso l’Università degli Studi di Salerno – seguo le dinamiche del partito, tramite Azione Universitaria dove ricopro il ruolo di “Responsabile dei Rapporti con la stampa”.
A vent’anni passare dalla militanza all’azione concreta è un bel passo; scelgo di candidarmi poiché il mio paese necessita di profondi mutamenti. Anche San Sossio Baronia, come ogni borgo delle aree interne, è martoriato dalle solite piaghe sociali: emigrazione dei giovani, disoccupazione, mancanza di servizi ed infrastrutture adeguate, risorse storiche non valorizzate… Purtroppo molto spesso quelli riportati sopra sono i frutti di mancati accorgimenti e provvedimenti da parte delle precedenti classi dirigenti.
Il Sindaco e l’intera amministrazione devono essere promotori di progetti ed iniziative di pubblico interesse e pubblica utilità. Nello scenario attuale del nostro territorio, coesistono due fattori contrastanti ed opposti; due modi di fare politica contrari, una politica di ascolto e di innovazioni rappresentata da giovani come me, ed un’altra fatta “nel vecchio stile”, seguendo la filosofia romana del “Do ut Des”, tipica di antichi veterani senza ideali.
La mia attenzione si concentra tutta su fattori di grande importanza, intraprendendo una politica di ascolto e di esposizione delle mie proposte; i punti d’azione sono: agricoltura, giovani, ambiente, storia (il panorama artistico e culturale che ci è stato tramandato), famiglia ed imprese (e lavoro). La vera sfida è quella di abbattere le barriere dello scetticismo, provare – e riuscirci – a cambiare la mentalità di un piccolo paese e costruire qualcosa di nuovo e duraturo.
I nostri sono i più bei posti d’Italia, dove il buongiorno e l’ambiente hanno ancora quel gusto genuino; tutelandoci al meglio, dobbiamo imparare ad essere concittadini e non rivali, per il bene della nostra comunità. L’abilità delle amministrazioni comunali sta in questo, riuscire tramite progetti mirati, fondi nazionali ed europei a creare un ambiente vivibile da tutta la società, per tutte le età. Aiutando i ragazzi a fare impresa, costituendo luoghi come i “Forum dei Giovani”, formando cooperative agricole per fare crescere e rendere possibile l’accesso dei nostri prodotti a mercati più competitivi, salvaguardando a creando canali diplomatici con i dipartimenti giusti per la salvaguardia del nostro patrimonio storico, artistico e culturale.
Insomma, sono molte le idee e le proposte, a vent’anni l’intraprendenza e la voglia di fare sono ai massimi storici, spero possano essere premiati il merito e le qualità dei “Boni Cives”.