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Avellino – «Alcuni milioni di euro da spendere: sembra la sola vera ragione che fa tirare dritti». E’ il commento di Franco Mazza dell’associazione “Salviamo la Valle Sabato” dopo che questa mattina è stato approvato il progetto di messa in sicurezza dello Stir di Pianodardine. Entro i prossimi tre mesi cominceranno i lavori per la bonifica dalla presenza di sostanze inquinanti, tra quali si dice c’è il manganese.

Perlomeno è quanto sostiene tra gli altri il rappresentate della Regione, il dirigente del settore ambiente, Antonello Barretta. Il Comune di Manocalzati ha votato contro il progetto di messa in sicurezza e neppure gli ambientalisti sono soddisfatti. Ma possibile, dicono, che in una delle aree più inquinate d’Italia possa bastare una messa a punto dello Stir per risolvere i problemi?

«Non sono un ostacolo i dubbi sull’efficacia dell’opera, non interessa sapere qual è la fonte dell’inquinamento, chi vuoi che si preoccupi della futura gestione dell’intervento che richiede l’utilizzo di altre risorse economiche (nostre ovviamente). Ma chi se ne frega», sbotta Mazza da anni impegnato per la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini.

«L’importante è fare almeno qualcosa, poi si vede: questo è il ragionamento che sta alla base di tutto. Intanto Pianodardine continua a morire. Le ecoballe – osserva – sono sempre là, la puzza ci tramortisce, il Sabato ospita inequivocabili segni di morte, i suoli sono impregnati di metalli pesanti. Insomma, nessuno sforzo nell’affrontare il problema complessivamente. Ho l’impressione che bisogna alzare la voce ma di molto, molto, moltissimo e dobbiamo farci sentire non solo a Roma».