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 Avellino – “Ho l’elenco dei biglietti emessi dal Teatro “Gesualdo” a vario titolo e a varie persone”. Comincia con questa premessa la denuncia in Aula del consigliere d’opposizione Giancarlo Giordano (gruppo “Si può”). Durante le interrogazioni, l’esponente di minoranza, ha messo in mostra un faldone di carte contenente i dati sui biglietti omaggi distribuiti dalla passata gestione del Teatro. Dati, ma soprattutto nomi di persone che hanno usufruito di tali favori. “Ci sono pubblici rappresentanti che si sono spolpati vivo il teatro, spettacolo dopo spettacolo». L’elenco comprenderebbe consiglieri comunali, assessori, pubblici amministratori ma anche «pseudo dirigenti di pseudo partiti» tuona Giordano in Aula. E i numeri sarebbero importanti perché l’esponente d’opposizione e deputato al Parlamento parla di cifre grosse: «Centinaia e centinaia di biglietti”. Talmente tanti che sorge il dubbio che non siano stati usati per assistere di persona agli spettacoli del teatro. «Se gestisci 5 o 10 biglietti, o anche abbonamenti, e forse li distribuisci alle persone, queste poi ti voteranno». Una situazione che viene definita alla stregua dei “10 euro con cui si comprano i voti alle primarie del Pd». E la questione non riguarderebbe solo amministratori comunali, ma anche dirigenti di partito che «non c’entrano nulla con la rappresentanza dell’ente”, sottolinea Giordano.

Una interrogazione-denuncia rivolta al segretario del Comune, Riccardo Feola, nella cui replica ha ammesso che questa situazione verrà verificata perché «potrebbe prefigurare un discorso abitudinario. Un conto è dare tot biglietti una tantum, altra cosa è che questa attività venga svolta in maniera regolare. Si è rivelato un abuso l’operare in questo modo. Al momento non è stato ancora stato fatto niente su questo aspetto. Prima di fare segnalazioni occorre verificare bene lo stato delle carte».

Una replica che ha portato Giordano a sottolineare come Feola abbia “implicitamente confermato che c’è stata ciclicità nel regalare biglietti a consiglieri e funzionari di partito. E questa cosa non è prevista o consentita da nessun regolamento. Magari, poi, questi biglietti venivano regalati a loro volta. Come si voleva salvare un teatro se l’andazzo era questo?”.

Un altro capitolo, dunque, sulla gestione del teatro su cui bisognerà far luce, anche perché col passare dei giorni si addensano sempre più nubi.

Marco Imbimbo