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E’ scattata alle 15 la rivolta all’interno del carcere “Antimo Graziano” di Avellino. Dopo due ore di gravi tensioni, la situazione è tornata alla normalità. La conferma è arrivata attraverso le parole della direttrice del carcere, Concetta Fellaco. Quest’ultima ha varcato il cancello d’ingresso per incontrare i familiari di alcuni detenuti. Il bilancio – almeno per ora – resta provvisorio con alcuni agenti feriti ma in maniere lieve trasferiti al Moscati. I danni sono strutturali – secondo le prime indiscrezioni – la sezione dove è scaturita la sommossa è andata distrutta. La sezione in questione riguarda la “Reati Comuni“. All’interno della struttura presente anche il Procuratore della Repubblica, Domenico Airoma che ha assicurato il rientro della sommossa. E non solo. Presente anche Lucia Castellano vicepresidente della commissione speciale carceri e membro della commissione territorio e infrastrutture. Mediazione arrivata anche con Samuele Ciambriello garante della Regione Campania: “La sommossa è nata per motivi di eventuali trasferimenti e/o sanzioni disciplinari”. Ciambriello ha avuto anche un dialogo con una madre di un detenuta allertata – da una telefonata fatta pervenire dal numero del carcere – in cui chiedeva aiuto: “Mi ha allertato chiedendo l’intervento della polizia del nostro paese (San Sebastiano a Vesuvio, ndr.) e l’avvocato visto la presenza di 50 agenti armati di manganelli”.

Un intero Reparto detentivo, quello dei “comuni” – ala A e B -, sotto il pieno controllo dei detenuti, che si stanno organizzando con olio bollente ed altro materiale atto ad offendere e pronto ad essere usato contro il personale di Polizia Penitenziaria. Una rivolta di circa 50 detenuti è in corso nel carcere di Avellino. Hanno preso il controllo di tutto il Reparto situato al primo piano lato destro. Due Agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti ed accompagnati in ospedale”. E’, in tempo reale, quanto sta avvenendo nel carcere di Avellino, secondo quanto riferisce Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Da mesi, settimane, giorni denunciamo che il carcere è da tempo fuori controllo, e il Sappe proprio ieri era tornato a chiedere ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria l’assegnazione urgente e straordinaria di un contingente del Gruppo Operativo Mobile (Gom) della Polizia Penitenziaria per fronteggiare le criticità operative del Reparto irpino, denunciate dal Sindacato in più occasioni e testimoniate anche dalla crescita esponenziale degli eventi critici tra le sbarre”.

“Il tempo delle chiacchiere è finito e questa è la pericolosissima situazione che stanno vivendo i colleghi nel carcere di Avellino”, aggiunge. L’appello del Sappe al Ministro della Giustizia Nordio ed al Capo del Dap Russo è “assumere con urgenza provvedimenti straordinari per fronteggiare la situazione in atto e dare concreto supporto del personale della Casa circondariale. Ministero della Giustizia e Dap raccolgano i reiterati appelli del Sappe ad incrementare l’organico del carcere per meglio organizzare l’operatività del personale. Si dia concretamente da fare per predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari. La richiesta di inviare a Avellino personale del Gom va in questa direzione”.

 

 “I poliziotti penitenziari della Campania sono in uno stato di abbandono ed è inaccettabile l’inerzia dei vertici dell’amministrazione rispetto alle nefaste condizioni lavorative del personale: più volte abbiamo denunciato la situazione del carcere di Avellino dove oltre al sovraffollamento mancano 60 agenti dalla pianta organica”. Lo sottolineano, in una nota, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Uspp. “Troppi infatti – proseguono i due sindacalisti – sono gli eventi critici verificatesi negli istituti di pena: più volte abbiamo denunciato l’emergenza e il silenzio assordante di cui spesso vengono lasciati gli agenti. Sono loro gli unici a pagare lo stato di abbandono delle carceri”. Il sindacato Uspp chiede “un protocollo operativo di intervento al personale di polizia penitenziaria chiamato a fronteggiare quotidianamente la situazione di emergenza con poche unità, mezzi e modalità di intervento”.

 

Di Giacomo (S.PP.) – Ad Avellino “rivolta annunciata”
È una “rivolta annunciata” quella in atto nel carcere di Avellino con le prime e sempre più
allarmanti notizie diffuse in queste ore dai siti di informazione web. È l’epilogo di una
situazione che proprio oggi, commentando le due aggressioni in contemporanea, abbiamo
definito fuori controllo. Così Aldo Di Giacomo, segretario S.PP., per il quale come accade
sempre in queste circostanze solo adesso si corre ai ripari con l’intervento necessario a
reprimere la rivolta. C’erano già troppi segnali – continua – che andavano intercettati per
prevenire questa ennesima azione di violenza dei detenuti. Invece è bastata una scintilla per scatenare la “prova di forza” di una popolazione carceraria che da troppo tempo ha
manifestato atteggiamenti non solo di aggressione ma di sfida quotidiana agli agenti che,
soprattutto a causa della normativa sul reato di tortura, hanno poche possibilità di difesa e
di reazione. Ci preoccupa – afferma Di Giacomo – il segnale lanciato dalla rivolta di Avellino
agli appartenenti a clan di camorra, mafia, ‘ndrangheta e di criminalità organizzata richiusi
nei penitenziari del Paese. Non dimentichiamo la tragica stagione della primavera 2020
quando bastò appunto una scintilla per scatenare rivolte a catena in una sessantina di
carceri. Bisogna rafforzare la vigilanza ed assicurare che le carceri non cadano nelle mani di
quanti continuano a comandare dalle celle dentro e fuori. Siamo, inoltre, in attesa di come sitraduca in fatti l’annuncio dell’Amministrazione Penitenziaria della dotazione di nuovi
strumenti e mezzi al personale e sulla sperimentazione delle nuove armi
individuali e di reparto.

“I poliziotti penitenziari della Campania sono in uno stato di abbandono ed è inaccettabile l’inerzia dei vertici dell’amministrazione rispetto alle nefaste condizioni lavorative del personale: più volte abbiamo denunciato la situazione del carcere di Avellino dove oltre al sovraffollamento mancano 60 agenti dalla pianta organica”. Lo sottolineano, in una nota, Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Uspp. “Troppi infatti – proseguono i due sindacalisti – sono gli eventi critici verificatesi negli istituti di pena: più volte abbiamo denunciato l’emergenza e il silenzio assordante di cui spesso vengono lasciati gli agenti. Sono loro gli unici a pagare lo stato di abbandono delle carceri”. Il sindacato Uspp chiede “un protocollo operativo di intervento al personale di polizia penitenziaria chiamato a fronteggiare quotidianamente la situazione di emergenza con poche unità, mezzi e modalità di intervento”.

“Nordio venga immediatamente a riferire alla Camera sui fatti di Avellino. Almeno 50 detenuti hanno protestato in modo violento, distruggendo mobili e suppellettili, e le forze dell’ordine hanno circondato l’istituto di pena in via Sant’Oronzo. Si sono registrati momenti di tensione già da ieri sera. Due agenti, secondo quanto si apprende, sarebbero stati feriti e sono stati accompagnati in ospedale. Mi pare evidente che il Ministro debba spiegazioni su ciò che è accaduto nel carcere di Avellino. Un fatto grave”. Così Toni Ricciardi, deputato irpino del Pd

FOTO/ Carcere circondato dalle Forze dell’Ordine, sul posto anche il Procuratore