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Si continua a discutere della qualità e della potabilità dell’acqua. Dopo le rassicurazioni giunte ieri da palazzo Mosti (leggi qui), a intervenire oggi è l’associazione Altrabenevento, la prima a sollevare pubblicamente la questione della presenza di tetracloroetilene nella acque dei pozzi che servono la città capoluogo. Scrive Sandra Sandrucci:

“Con uno stringato comunicato stampa di ieri, 7 gennaio, l’Amministrazione Comunale di Benevento si limita a sostenere che si può bere l’acqua fornita dalla Gesesa in città ma non fa alcun riferimento alla presenza di tetracloroetilene che l’ARPAC ha trovato prima nel pozzo di Pezzapiana che alimenta i rioni Ferrovia e Centro storico, e poi anche in quello di Campo Mazzoni che serve il rione Libertà.

L’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale della Campania da 15 anni effettua esami sulla rete di distribuzione e anche sull’acqua del pozzo di via Mura della Caccia, vicino la stazione ferroviaria, con riferimento alla soglia di 1,1 microgrammi/litro prevista dal D.Lgs 30/2009 per le acque profonde. L’Arpac sa bene che quello è il valore da considerare per valutare la qualità delle acque di un pozzo che pesca a 70/100 metri di profondità dove il tetracloroetilene  si accumula perché poco solubile in acqua. Per diversi anni in quell’acqua sono stati trovati valori di tetracloroetilene superiori al limite ma nessuno ha avvisato la popolazione. Negli ultimi anni la quantità del pericoloso inquinante in quel pozzo (dati ARPAC) risulta inferiore, anche se di poco, al limite fissato dalla legge, ma non è stata ancora accertata la provenienza del composto chimico e quindi non sono stati valutati i rischi per il suo possibile aumento.

Invece, si sa per cento, che la concentrazione di tetracloroetilene sta aumentando nell’acqua del pozzo di Campo Mazzoni, collocato vicino al Paladua.

Infatti, nella lettera inviata al sindaco il 3 dicembre la Gesesa attesta che negli ultimi tre anni sono state sempre trovate tracce inferiori a 1 (un) milligrammo/litro in tutti i punti di prelievo tra i quali indica non solo le fontane pubbliche dei rioni Ferrovia e Libertà ma anche il Pozzo di Campo Mazzoni.

Nello stesso giorno, però, la ASL effettuava altri esami riscontrando la presenza di 1,1 microgrammi/litro  del pericoloso composto chimico nell’acqua prelevata dalla fontana di via Piccinato al rione Libertà alimentata dal pozzo di Campo Mazzoni. A seguito delle polemiche sorte con Altrabenevento, il Comune assicurava che sarebbero stati effettuati altri esami sull’acqua prelevata direttamente dai pozzi di Pezzapiana e Campo Mazzoni e che i risultati sarebbero stati  pubblicati sul sito della GESESA”.

L’ARPAC ha effettuato i nuovi esami ed ha consegnato i risultati almeno due settimane fa, ma finora sul sito della GESESA non sono stati pubblicati i risultati.

Perché tanto mistero? Perché i cittadini non devono sapere che cosa c’è nell’acqua servita nelle abitazioni, negli ospedali, nelle scuole, nei ristoranti e nei bar ?

Noi sappiamo per certo e lo abbiamo già annunciato il 23 dicembre, che l’ARPAC ha trovato nell’acqua proveniente dal pozzo di Campo Mazzoni 1,9 microgrammi/litro di tetracloroetilene, cioè quasi il doppio di quello accertato  il mese prima. Perché il sindaco Mastella non ci denuncia per falso?  Perché nessuno ci smentisce? Se l’acqua esaminata è stata prelevata direttamente dal pozzo, allora quell’impianto DEVE ESSERE CHIUSO perché è stato superato il valore limite di 1,1 microgrammi/litro relativo alla misurazione della qualità delle acque profonde.

Perché solo Altrabenevento e Codacons si occupano di qualità dell’acqua a Benevento? Perchè il sindaco Mastella e il presidente di GESESA preparano la solita parata con i fedelissimi per fare propaganda ad ACEA-GESESA e non convocano una conferenza stampa aperta ai cittadini (come ha fatto Altrabenevento il 7 dicembre scorso) per spiegare con dati e documenti alla mano, cosa c’è nell’acqua che paghiamo a caro prezzo? Perché i consiglieri comunali e le forze politiche non si occupano di questa questione?”.