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Siamo pochi, siamo piccoli ma pronti alla battaglia. Volendo si può sintetizzare così l’esito dell’assemblea per l’acqua pubblica che si è tenuta nella serata di ieri a Baselice. Quattro i sindaci presenti: il padrone di casa Lucio Ferella, Armando Marrone di Fragneto l’Abate, Luigi Facchino di Fragneto Monforte, Giovanni Tommaso Manganiello di San Nazzaro.

Nel loro mirino, le prime decisioni assunte dal Consiglio di Distretto sannita dell’Eic presieduto da Pompilio Forgione e in particolare la scelta di affidare la gestione del Servizio Idrico Integrato ad una società a capitale misto pubblico/privato, con maggioranza pubblica.

“Il deliberato del Consiglio di Distretto è illegittimo, impugneremo gli atti” – annunciano le fasce tricolori.

Ma è l’intero modus operandi seguito dai vertici del Distretto a essere contestato dagli amministratori: “Un processo così importante non si improvvisa dalla sera alla mattina. Il percorso andava istruito per bene e per tempo e invece si è prodotta una accelerazione pericolosa. Anche altri sindaci stanno prendendo informazioni e spero possa essere proprio il protagonismo degli amministratori a fermare tutto” – scandisce Ferella.

Sulla stessa lunghezza d’onda la fascia tricolore di Fragneto Monforte: “Quanto deliberato dal Consiglio di Distretto è palesemente illegittimo. Lo avremmo impugnato anche fossimo stati i soli a farlo. Per quale ragione dovrei rinunciare a una certezza, ovvero un consorzio che lavora bene da 102 anni, per sposare la linea dell’incertezza? Anche io spero nel contributo di ulteriori sindaci ma anche se restiamo in pochi abbiamo il dovere di andare avanti e di condurre questa battaglia” – le parole di Luigi Facchino.

Nel fronte del no, dicevamo, si è iscritto anche il sannazzareno Giovanni Tommaso Manganiello, unico sindaco sannita del Movimento Cinque Stelle. “Come è possibile chiederci di uscire da una società, l’Alto Calore, nei confronti della quale siamo creditori, senza offrire alcuna garanzia? E ancora: come sarà organizzata la gestione del depuratore? E dei serbatoi?  E delle tariffe? Sono troppi gli interrogativi che meritavano una discussione seria e una risposta chiarificatrice. E invece nulla”.

Quanto alla società civile, infine, a esprimersi è stato Gabriele Corona, presidente di Altra Benevento è Possibile: “Siamo dinanzi a un tema di importanza assoluta eppure la popolazione sannita è completamente all’oscuro di ciò che sta succedendo. E lo sono anche i consigli comunali“. Oltre ai deliberati del Distretto, “palesemente illegittimi“, Corona si sofferma anche sulla missiva diretta ai sindaci firmata da Forgione: “Il protocollo è del nove novembre, siamo al 15 novembre e molti Comuni ancora non l’hanno ricevuta: come è stata inviata?“. “Ai Consigli comunali – incalza ancora Corona – viene chieste di deliberare l’adesione a una scatola chiusa. Quali le motivazioni per cui i trenta signori sanniti dell’acqua hanno deciso per una gestione pubblica-privata e non del tutto pubblica come invece ad Avellino o del tutto privata? Avrebbero dovuto far riferimento al Piano d’Ambito ma il Piano non c’è e neanche è menzionato negli atti”.