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Benevento – Torna in piazza la protesta delle Associazioni ambientaliste in favore della gestione pubblica dell’acqua.

È dura la presa di posizione contro le istituzioni, soprattutto comunali, che – a giudizio dei manifestanti – non intenderebbero recedere dal favorire i privati nella gestione della risorsa idrica.

Con una ritualità che richiama esplicitamente un annuncio funebre e cioè con un manifesto listato a lutto, i cittadini sono stato invitati a scendere  in strada per riaffermare il principio che la lotta per l’acqua pubblica equivale a riaffermare il diritto alla democrazia. Buona la partecipazione questo pomeriggio dinanzi la Prefettura e Palazzo del Governo.

Sotto accusa la gestione comunale sul tema dell’acqua pubblica e la gestione della Gesesa. Giannicola Seneca,  presidente di Acqua Bene Comune, ha attaccato: “Noi vogliamo denunciare che qui in città è a rischio la democrazia. E’ impossibile che 3285 cittadini hanno chiesto espressamente di svolgere un referendum sull’acqua pubblica e  questo impegno viene disatteso.

Questo Consiglio Comunale sta in tutti i modi impedendo l’attuazione del refendum. E’ gravissimo. Oggi parliamo di acqua, ma domani potremo parlare di beni confiscati, o di ambiente e il Comune ha l’obbligo di disciplinare l’esercitazione del referendum. Non ci venissero a dire che il Ministero dell’Interno ha impedito di fare il referendum  a causa della pandemia, è una cosa falsa, il Ministero ha soltanto invitato i Comuni a disciplinare la procedura referendaria. Chi afferma il contrario dice falsità”.

Seneca ha poi continuato: “Quest’amministrazione preferisce obbedire alle lobby, ai gruppi economici finanziari invece di pensare alla volontà dei cittadini. Il 22 marzo dello scorso anno l’amministrazione comunale adottò due scellerate delibere con le quali ha prolungato il rinnovo con la Gesesa fino al 2050. E’ un obbrobrio giuridico. A Cosa serve Gesesa fino al 2050?” ha chiosato polemicamente Seneca.