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Biodigestori, ruolo dell’Ato e comportamento del Pd sono i temi al centro dell’intervento di Potere al Popolo Sannio. Che scrive:

“Sventata fortunatamente l’ipotesi di realizzazione a c/da Ponte Valentino, il progetto del biodigestore non è stato accantonato, ma puntualmente ritorna in maniera riformulata e parzialmente ridotta. Potere al Popolo, essendo coerentemente ambientalista e lottando per un diverso sistema di sviluppo, è presente nelle lotte e nei comitati a difesa dell’ambiente, sia a livello nazionale che locale, che si battono contro impianti dannosi come i biodigestori. In tal senso rifiutiamo categoricamente la logica NIMBY (Not in my back yard, traducibile in italiano “non nel mio cortile”) che sembra propria di diversi importanti esponenti politici locali che si schierano contro talune opere a corrente alternata e solo se sono previste nel proprio comune o se rischiano di alterare alcuni tornaconti politici ed elettorali.

Senza entrare in nessuna sterile polemica personale vorremmo capire per esempio come mai il delegato nazionale del settore ambiente della federazione sannita del PD Giuseppe Ruggiero, tra le voci più critiche nei confronti del progetto del biodigestore a c/da Ponte Valentino, ora affermi che sia giusto costruire un biodigestore che possa lavorare 60 mila tonnellate di rifiuti (cifra spropositata per la nostra provincia che ne produce al massimo tra le 20 e le 30 mila tonnellate) a Casalduni, usando come giustificazione l’importante apporto che darebbe alla produzione energetica vista come parte del processo di transizione ecologica prospettata dal consigliere provinciale democratico. Senza dimenticare che nello stesso luogo in cui Ruggiero propone di fare il biodigestore, e cioè nei pressi dello Stir di Casalduni è previsto un progetto regionale di ben 12 milioni per la realizzazione di un impianto di compostaggio. Ad ogni modo ci risulta difficile che il progetto del biodigestore possa essere realizzato in quel sito sempre per la logica NIMBY di cui sopra, dal momento in cui il presidente dell’ATO Iacovella, in qualità anche di sindaco di Casalduni per scongiurare che si faccia nel suo comune sponsorizza di fare altrove tale impianto.

Qui appare chiaro il nodo politico della vicenda che investe le due fazioni più rilevanti della nostra provincia: i mastelliani ed il PD, i quali sembrano che sulle questioni di fondo, come ad esempio il biodigestore, non siano mai completamente in disaccordo ma alla perenne ricerca delle giuste alchimie e dei giusti compromessi per realizzarle.

L’atteggiamento del PD risulta, però, decisamente schizofrenico visto che un giorno dice di voler attuare politiche alternative alla linea mastelliana che si è affermata nel capoluogo ed in provincia ed il giorno dopo si accorda, o rimane silente, dinanzi alle politiche attuate. Diviene sempre più difficile rappresentare alternativa e continuità allo stesso tempo e i nodi vengono al pettine nelle questioni più delicate come quelle relative al ciclo dei rifiuti. All’interno dell’ATO sono presenti importanti esponenti del PD che, a parte qualche dichiarazione dissonante tipo quelle di Ruggiero, non hanno mai contrastato nei fatti le manovre della dirigenza dell’ATO di fede mastelliana. È il caso dei lavoratori dei consorzi che da dieci anni lottano strenuamente contro il perenne stato di precarietà a cui sono stati condannati dalla politica locale. Eppure l’ATO avrebbe potuto e potrebbe ancora assumere e stabilizzare questi lavoratori se solo desse seguito all’attuazione della legge regionale numero 14 del 26 maggio 2016 sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti la quale stabilisce che sono gli ATO che li devono gestire, dopo aver redatto il Piano d’Ambito. Ma purtroppo da anni il partito dei sindaci, trasversale a tutti gli schieramenti, si oppone alla gestione centralizzata dei rifiuti per non perdere l’interessato e grande privilegio di affidare, in modo diretto e discrezionale, a ditte amiche la raccolta e il trasporto dei rifiuti. Anche in questo scenario dove sarebbe la famosa alternativa ciclicamente decantata da esponenti locali del PD?

Noi crediamo che non si possa più solo parlare di alternativa senza praticarla poi nelle scelte concrete che hanno ripercussioni sulla vita di tutti noi e che plasmano il futuro del nostro territorio. Non basta proclamare di essere per la transizione ecologica senza attuare politiche consequenziali. La transizione ecologica si fa contrastando ogni speculazione e progetto di mega impianti e biodigestori, rendendo più virtuoso il ciclo dei rifiuti, attento alle esigenze del territorio, in modo da garantire anche e soprattutto lavoro stabile a chi in quesi anni è stato abbandonato alla precarietà e all’assenza di futuro. Se si è contro la gestione mastelliana della politica cittadina e provinciale è arrivato il momento di dimostrarlo con i fatti e non più solo con le parole, che tra l’altro non sono nemmeno condivise dall’intero partito!”.