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Benevento – Venerdì 21 dicembre, alle 20:15, al cinema Teatro San Marco di Benevento ci sarà l’incontro con Daniele De Michele,  regista del film ” I villani”. L’appuntamento sarà presentato dall’autrice Maria Vittoria Pellecchia e in sala sarà presente Modesto Silvestri, uno dei protagonisti. Dopo la proiezione del film, i ragazzi dell’ “Orto di casa Betania”, Caffè dell’Orto – Fattoria Sociale Orto di Casa Betania, offriranno un aperitivo alla presenza dell’autrice. L’iniziativa si inserisce nelle attività legate al rilancio del Cinema Teatro San Marco curato da Giambattista Assanti.

I VILLANI

Dopo il successo ottenuto alla quindicesima edizione delle Giornate degli Autori alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Daniele De Michele con il suo documentario è in giro per un tour di presentazione nazionale e internazionale e fa tappa a Benevento. Il film segue quattro villani, tre contadini e una famiglia di pescatori, dall’alba al tramonto, da inizio a fine giornata di lavoro. Il passare delle ore scandisce la presentazione di ogni personaggio. Li si vede inizialmente nei loro spazi, nelle loro mansioni, per poi addentrarsi nelle loro difficoltà quotidiane. Al calar del sole emerge la soluzione, attraverso la loro etica, il loro sapere, la comunità che creano, l’eredità che lasciano. Sono stati scelti quattro personaggi in un calderone umano di 5 anni di interviste che Daniele ha fatto rivoltando le tasche. le scarpe, le stalle e le cucine di tutta Italia. Le storie dei personaggi scelti sono il risultato e la sintesi di un viaggio umano e antropologico molto lungo. Daniele cercava storie di libertà, di autenticità, storie che parlassero di scelte possibili che avevano escluso il compromesso con le leggi economiche di profitto e di benessere dell’industria alimentare. Il film volveva parlare di cucina, di tradizione ma è andato ben oltre. È un film politico e poetico insieme. E la politica assieme alla poesia non si faceva da molto tempo. Ma ad oggi sembra essere diventato un bisogno corale. E Daniele questo bisogno lo ha colto e ne ha fatto un film. I Villani tocca corde profonde che hanno a che fare con il riscatto, con un sogno, con la rinuncia. Storie di una resistenza attiva, di un glorioso suicidio professionale in nome di un’etica superiore, di commovente amore per la natura. Uno dei tratti che unisce i vari personaggi raccontati è la loro umanità nell’intendere il cibo come atto non prettamente alimentare, ma sociale, non decontestualizzato quindi dalle problematiche della vita, figlio di un sapere collettivo e da cui non si può prescindere, pena la sua estinzione. Daniele de Michele con questo film oltre a decostruire il pensiero moderno del fare agricoltura, decostruisce se stesso, tant’è che si riappropria del suo nome anagrafico, per un canto d’amore alla Madre Terra, alla Natura, alla Tradizione. Questo film è un film necessario non solo per le persone che lo guardano ma anche per i luoghi in cui è presentato “Questa gente mi raccontava il suo stare al mondo, il suo rapportarsi alla terra e alla storia del luogo che le aveva dato nascita. Era in questo intessersi delicato, talvolta ironico, talvolta doloroso tra i racconti intimi del loro vissuto e il loro cucinare con perizia, intelligenza, senso dell’osservazione che veniva fuori il senso più profondo della cucina italiana: il suo essere saggia, gustosa, parsimoniosa, rispettosa dei prodotti della terra e del mare”, sottolinea Daniele De Michele. “Questa gente mi mostrava in quei gesti sicuri di quanto la modernità andasse in conflitto radicale con quella cultura. Per questo il film arriva alla fine di un lungo periodo di ricerca, dopo il quale voglio finalmente poter vivere del tempo con le persone che questa lunga ricerca mi ha dato la possibilità di scoprire. È come se fin qui le avessi sfiorate, gustate. Ora ho voglia di stare con loro e con loro far crescere la narrazione e il significato. Dentro di me e verso il pubblico”. D. De Michele