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Benevento – L’annunciata rivoluzione si è consumata solo ieri sera. Via Marco Baroni e tutto il suo staff e dentro Roberto De Zerbi, chiamato a ribaltare le sorti di un Benevento relegato all’ultimo posto della classifica di serie A dopo nove sconfitte rimediate in altrettante partite. Una scelta, insomma, figlia del disastroso avvio di stagione dei giallorossi e dunque attesa e prevedibile. Per tutti, meno che per la società. I vertici beneventani si sono presi ventiquattro ore di riflessione, mandando il tecnico fiorentino a dirigere la seduta di allenamento prima di dargli il benservito. Nulla di strano all’apparenza, se non fosse che domani sera si tornerà nuovamente in campo e che De Zerbi avrà un solo giorno di tempo per preparare la sfida salvezza di Cagliari, sulla carta la più abbordabile delle tre che precederanno l’ennesima sosta. L’allenatore bresciano, più che sulle proprie capacità, dovrà dunque fare appello in Sardegna al senso di rivalsa del gruppo, sperando che il cambio di guida tecnica produca quella scossa necessaria per destare la Strega dal proprio torpore.

Il destino di Baroni era ormai segnato e non serviva la partita con la Fiorentina, per uno strano scherzo del destino, a cambiare le carte in tavola. Solo una mancata sconfitta avrebbe potuto evitare l’irreparabile ma l’ipotesi di una possibile separazione era nota e risaputa. Una società organizzata, insomma, avrebbe dovuto avere le idee chiare fin da subito, sapendo cosa fare e come agire già al termine del match con i viola di Pioli. Le ventiquattro ore di meditazione, in una stagione dove i dettagli finiscono spesso per fare la differenza, potrebbero invece pesare come un macigno sull’inizio dell’avventura di De Zerbi nel Sannio. Se il Benevento dovesse fallire anche a Cagliari, contro una formazione che aveva provveduto per prima a giocarsi la carta dell’esonero (Lopez per Rastelli), il rischio concreto sarebbe quello di cominciare il nuovo ciclo nel peggiore dei modi. Il calendario, subito dopo, metterà Cataldi e compagni di fronte a Lazio e Juventus, attualmente appaiate in terza posizione e con organici di gran lunga superiori. Cagliari appare dunque una tappa di per sé decisiva per il giovane allenatore della Strega, chiamato a conquistarsi l’amore di una piazza che non ha lesinato di manifestare il proprio disappunto sulla scelta di puntare sull’ex Foggia e Palermo.