- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Benevento – “Io sono speciale”, raccontare l’autismo agli studenti. È questo il tema dell’incontro che si è svolto questa mattina nell’Aula Magna dell’Alberti, presso l’Istituto di Piazza Risorgimento. Un’interessante tavola rotonda per raccontare anche l’esperienza di un bambino, Stefano, affetto da questa patologia e sopratutto per far vedere la vita anche sotto un’altra prospettiva. 

Ricordati questa mattina anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: 1 bambino su 160 ha un disturbo dello spettro autistico. Ancora più alta la percentuale del nostro paese dove l’autismo colpisce 1 bambino su 100, coinvolgendo oltre 500mila famiglie. Come affrontare la diagnosi di autismo del proprio figlio? Come aiutarlo a sviluppare l’autonomia? A questo hanno tentato di risponderea in un incontro mirato a promuovere un approccio consapevole all’autismo e alla conoscenza delle principali strategie d’intervento nell’ottica di una sinergia virtuosa tra Scuola, Enti locali e Territorio. Grazie a questo percorso, gli alunni coinvolti hanno sviluppato competenze e acquisito strumenti non solo pratici.

L’iniziativa ha infatti mirato a mettere al centro la formazione, essenziale per la presa in carico dei soggetti fragili , come sottolineato dal dirigente scolastico dell’Alberti, Giovanni Liccardo. Maria Abriola e Rosanna Piscitelli, esperte su questa tematica, hanno parlato con gli studenti sottolineando come chi è affetto da questa problematica può essere aiutato portandolo fuori dall’isolamento. Le docenti hanno sottolineato come seppur sia “fonte di paura e pregiudizio, occorre fare in modo che tutti siano consapevoli  di andare oltre la “difficoltà” e capire che possa essere anche un’opportunità  che si può perseguire solo attraverso un approccio di rete”.

Obiettivo principale è quello di riuscire a superare quelle barriere relazionali e di comunicazione che separano dalle persone con autismo. Sottolineato inoltre come l’autismo sia un disturbo a carattere prevalentemente ereditario nel quale la componente genetica è confermata anche dal fatto che, rispetto agli altri bambini, i fratelli minori di bambini autistici hanno un rischio maggiore di 15 volte di sviluppare la condizione.