Nella serata di ieri, 26 febbraio, si è tenuta presso la Sala del Centenario, alla Madonna della Grazie, l’iniziativa organizzata dal Centro Studi del Sannio sull’Autonomia Differenziata.
Un focus molto partecipato che ha avuto come protagonisti il sindaco Vito Fusco, del Partito Democratico, e il segretario della Lega di Benevento, Alberto Mignone.
Fusco, attento studioso delle politiche di coesione, ha rappresentato le tante gravi criticità del disegno di legge Calderoli che condurrebbe ad una secessione di fatto del meridione dal resto del paese e finirebbe per realizzare, con qualche decennio di ritardo, l’antico sogno leghista. Peraltro, il tutto avverrebbe in frangente storico che spinge per politiche diametralmente opposte a quelle dell’autonomia.
La contemporaneità impone maggiore coesione nazionale ed europea delle politiche pubbliche. Oggi, invece, la destra al Governo vorrebbe uno Stato arlecchino, dai connotati preunitari, con politiche spezzettate che, come ha autorevolmente evidenziato la Banca d’Italia, provocherebbero anche una considerevole perdita di risorse in danno dell’intero Paese.
Lo storico divario tra Nord e Sud si acuirebbe ancora di più causando, ad un tempo, un ulteriore inasprimento delle connesse diseguaglianze sociali ed economiche. Già oggi – per fare un esempio – la spesa per i servizi socio assistenziali dei comuni del Meridione è pari a 66 euro per abitante rispetto ad una media nazionale di 132 e di 184 euro nel Nord Est.
Il progetto leghista, dati alla mano, determina un evidente ed irreparabile frammentazione di materie e settori strategici come Sanità (con la certezza che i LEP non saranno garantiti), Ambiente, Energia, Infrastrutture, Istruzione e molti altri ancora. La conseguente esasperazione delle disuguaglianze economiche e sociali andrebbe a minacciare il diritto fondamentale allo studio, così come sancito dalla Costituzione, rendendolo di fatto un privilegio.
Concludendo, il sindaco Fusco ha dichiarato che «l’Autonomia Differenziata sarebbe da subito esiziale per le aree fragili del paese ma, nel medio periodo, lo sarebbe anche per l’Italia intera. Una legge egoista e di corto respiro che spacca l’unità risorgimentale frantumandola in tante piccole patrie con gravissimi problemi di coordinamento.
I divari aumenteranno e si avranno preoccupanti ripercussioni sul gettito fiscale. Noi respingiamo con fermezza questa ipotesi di autonomia sperando che nel processo parlamentare ci sia un ravvedimento perché il destino dei Cittadini Italiani non può dipendere dal Codice di Avviamento Postale».
Autonomia Differenziata, l’incontro al Centro Studi Sannio con le riflessioni di Fusco
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