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Benevento – Centinaia di critiche, imprecazioni, dubbi e perplessità. Erano tutte disegnate su quel pallone che Filippo Bandinelli ha scagliato violentemente verso la porta di Gabriel senza pensarci su due volte. Tre settimane in un bolide, tre punti in un mancino che era stato già prodigo di buone notizie a Venezia,  una trasferta che per tanti motivi sembra già distante anni luce.

Il centrocampista classe ’95, fino a quel momento autore di una gara con pochi spunti in fase di costruzione, è riuscito a estrarre il più classico dei conigli dal cilindro porgendo un’ideale tisana al ‘povero’ Bucchi. Dopo una vittoria al 90′ i luoghi comuni rischiano di sprecarsi. Si è già parlato di svolta, cambio di rotta, rilancio, ma mai come stavolta è d’obbligo andarci cauti. Non tanto per voler spegnere gli entusiasmi (quelli è bene che ci siano, benché in forma moderata) ma per capire davvero se questo Benevento sarà in grado adesso di compiere un salto di qualità nel tour de force che lo vedrà protagonista. Il dicembre giallorosso sarà colmo di sfide di una certa caratura, a partire da quella contro il Palermo di venerdì sera; banchi di prova che possono chiarire forse in maniera definitiva obiettivi e ambizioni concrete.

Di sicuro la partita con il Perugia, la dodicesima del campionato giallorosso, qualche sorriso in più rispetto alle precedenti lo lascia in dote. Tanto per cominciare, il Benevento al 90′ ha ricoperto il ruolo del carnefice e non della vittima, pur rischiando di rimanere beffato come a Carpi sul destro di El Yamiq in pieno recupero. Un dettaglio non irrilevante per il morale e per l’avvenimento in sé in un periodo delicatissimo della stagione. Dunque giustissimo brindare ai tre punti, ma guai a chiudere un occhio sui difetti che riguardano la manovra e la fase difensiva, emersi anche in una notte di gloria. La panchina di Bucchi è oggi più solida anche grazie a una serie di episodi che in passato gli avevano voltato le spalle.

Tanto per cominciare il rosso a Falasco è parso eccessivo fin dal primo momento, senza alcuna necessità di replay di sorta. Il terzino è intervenuto fuori tempo su Asencio, ma non in maniera scomposta. In superiorità numerica dal 75′, i giallorossi rischiano addirittura di capitolare pochi minuti dopo, graziati dall’attaccante perugino Melchiorri. In quel quarto d’ora Coda e compagni non riescono a fare neanche il solletico a Gabriel, prima del sinistro vincente di Bandinelli. Pur tirando più in porta degli avversari, i giallorossi si stavano assuefacendo ancora una volta all’idea di un pari, con i minuti che scorrevano velocemente senza che nulla accadesse. Emblematico il fatto che l’unica vera occasione della ripresa fosse scaturita da una deviazione fortuita (e involontaria) di Asencio a due passi dalla porta quando però la parità numerica era ancora in ‘vigore’. 

Le conclusioni spettano inevitabilmente a Bucchi, che da questa partita esce vincitore e sicuramente più sereno. Nel complesso il settimo centro di Coda e lo spirito di iniziativa del numero nove, bravo a far partire e concretizzare l’azione dell’uno a  zero – si scontra con un Asencio in ombra e con una distanza tra il centrocampo e gli altri due reparti che lascia ancora tante perplessità. Il 3-5-2 adottato inizialmente ha visto sugli scudi più Letizia che Improta, dal quale ci si attende una velocità diversa nelle situazioni di uno contro uno. A centrocampo Viola fatica a trovare i tempi della giocata, non agevolato dall’imprecisione di Tello in fase di costruzione e da un Bandinelli che fino al gol era stato sufficiente ma nulla più.

Il capitolo sulla fase difensiva sarebbe meglio non aprirlo. Diciannove gol subiti in 12 gare: solo in zona retrocessione hanno fatto peggio del Benevento. Stavolta poco da dire sul gol subito, se non che Verre ha goduto di troppo spazio al momento del tiro. Ciò che fa riflettere sono i gol ‘non subiti’, cioè quelli divorati dagli avversari (nello specifico Kingsley e Melchiorri). Che si giochi a tre o a quattro, quando infilati in velocità i giallorossi vanno sempre in difficoltà. Mancanza di copertura, carenze tecniche o poca abitudine a rimanere in partita? La soluzione è affidata a Bucchi. Intanto Nestorowski, Trajkowski Falletti e l’ex Puscas osservano curiosamente leccandosi i baffi. Il venerdì dopo il black friday è quello di Palermo-Benevento. La differenza è che al Barbera non fanno sconti. 

Foto: A.C. Perugia