- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – “È arrivato il momento di smontare le tende”. Così Pasquale Basile, segretario di Civico22, commenta gli ultimi episodi della politica locale. L’auspicio, evidentemente, è rivolto all’amministrazione comunale di Clemente Mastella anche se nelle parole di Basile trovano spazio anche le vicende della Rocca dei Rettori.

Scrive Basile: “Le ultime settimane sono state particolarmente ricche di eventi e immagini emblematiche per Benevento.
Un concerto in un auditorium della città, in cui in piena pandemia una claque sorridente e plaudente si dava di gomito, delle nomine illegittime in un’ente istituzionale cassate da una delibera Anac in un incredibile pastrocchio istituzionale, un consiglio comunale con grado di comicità, ammetto, apprezzabile, ma inversamente proporzionale a quello di decenza.
Eventi emblematici di uno specifico modo di governare.
La cosa che colpisce è la miriade di consiglieri-assessori-addetti ai lavori di vario grado che dalle foto trapelate sorridevano e si davano di gomito, in posa, per il solo fatto di essere lì.
Sorrisi, lazzi e frizzi mentre la gente sta a casa, mentre i ristoratori sono disperati come la quasi totalità degli esercenti, mentre c’è una pandemia imperante.
Ciò mentre rimbalzano, ormai da mesi, dichiarazioni del massimo esponente puntualmente in antitesi tra loro sulla zona rossa: necessaria, inutile a Benevento, ancora vitale per far star tranquilli i cittadini e poi ancora da togliere su base provinciale…nel tentativo di intercettare nel senso più populista possibile il sentiment di cittadini e dei social, che siamo in campagna elettorale.
Le nomine alla Rocca? Che fossero un vulnus era evidente, a tutti tranne al presidente Di Maria che però è comprensibile, da mesi vive con occhi sognanti un mondo fatato che mai avrebbe immaginato.
Chi dice parola in merito viene tacciato di stalking.
Un oppositore muove una critica? Non è opposizione, ma stalking: insomma, il concetto di lesa maestà, in questo microcosmo particolare, travalica ogni logica politica a discapito del pedigree della massima carica riconosciutamente di prim’ordine, a livello politico.

Infine il consiglio in cui nel nostro bel dialetto viene offeso un consigliere con problemi di collegamento, essendo vitale per salvare capra e cavoli: divertente, a dir la verità…non fosse per il piccolo dettaglio che quello lì era un consiglio comunale, ma va bene così, si intona perfettamente al contesto: personaggi beneficiati di qualche carica, qualche posizione, qualche incarico che sono lì a consumarsi le dita e lambiccare quella che offre loro bocconi di tanto di tanto, e a esibirsi tronfi nella loro muscolare e dialettale difesa del governo di uno solo.
Una carovana di saltimbanchi a far capriole e piroette o a raccontare barzellette sporche per compiacere il mastroburattinaio, per conservare il posto in carovana.
Carovana che ha fatto il suo tempo, col suoi spettacolo che una volta magari ti sembra pure divertente, ma poi annoia fino al fastidio: è il fastidio, infatti, che si percepisce ora. Ma il momento di spegnere i fuochi, smontare le tende, e andar via è arrivato: finalmente”.