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Benevento – Quarantuno punti di differenza e quarantasei gol. Tra Atalanta e Benevento c’è un abisso che pare incolmabile e rende cristallina la necessità di un’impresa. La Strega ne ha compiuta una soltanto nel girone di ritorno, ma ha fatto molto rumore. La vittoria allo Stadium contro la Juventus, visto l’andamento delle sfide successive, rischia ora però di rimanere fine a se stessa, uno splendido quadro all’interno di una scarna galleria.

Il digiuno da tre punti dura da quel 21 marzo ormai lontano per magia e sentimento, tutt’altra cosa rispetto all’umore attuale di un gruppo fatto a pezzi dal polemico finale di gara col Cagliari. Eppure gli uomini di Inzaghi hanno il dovere di crederci, di lottare fino all’ultimo dei 270 minuti che li separano dal gong del campionato. 

L’Atalanta in formato Champions è una montagna da scalare e il turno infrasettimanale complica ulteriormente i piani. La gestione delle energie sarà un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto in questi dieci giorni che orienteranno il futuro e il destino di una rosa decimato anche dagli infortuni. 

Priva dello qualificato Schiattarella e dell’imprevedibile (in tutte le possibili interpretazioni del termine) Iago Falque – oltre che degli assenti annunciati Sau, Foulon e Moncini – nel 4-3-2-1 di partenza la Strega potrebbe rinunciare anche al diffidato Hetemaj, che in caso di giallo salterebbe il match casalingo con il Crotone. In difesa davanti a Montipò la coppia di centrali dovrebbe essere quella composta tra Glik e Tuia, mentre sulle fasce Barba e Depaoli vanno verso la riconferma nonostante la pessima prestazione messa in mostra con il Cagliari. Ma del resto l’impiego di Letizia allo stato attuale sembra possibile solo part-time. 

Nella linea a tre di centrocampo chance per Dabo sul centrosinistra e Viola in cabina di regia. Il dubbio è sull’interno destro: detto del ‘rischio Hetemaj’, è da valutare la posizione di Ionita. Schierando il moldavo in mediana, Inzaghi opterebbe per una trequarti più offensiva con la coppia Caprari-Insigne alle spalle di Lapadula (o Gaich). In caso contrario Ionita agirebbe in posizione più avanzata da finto rifinitore relegando il partenopeo in panchina. 

Per l’Atalanta di Gasperini solito 3-4-1-2 divenuto ormai un marchio di fabbrica. La gara dell’ultimo turno contro il Parma ha consentito al tecnico nerazzurro di alleggerire il peso del doppio impegno ravvicinato. Poco turnover, insomma, e tanti elementi a disposizione per proseguire la rincorsa al terzo piazzamento Champions consecutivo, dopo quelli degli ultimi due anni. 

Davanti a Gollini spazio a Palomino, Romero e Djimsiti. Gli esterni a tutta fascia Gosens e Hateboer aumenteranno il carico della spinta offensiva, supportati dalla rodata coppia di centrali formata da De Roon e Freuler. Le punte saranno Zapata e Malinovskyi, con Pessina nel ruolo di rifinitore. 

Sia lombardi che sanniti avranno un occhio indirizzato agli altri campi, da cui dipende gran parte dei giochi Champions e salvezza. Con una serie di combinazioni sfavorevoli il Benevento potrebbe dire addio alla serie A già stasera. Accadrebbe in caso di sconfitta e di  concomitanti vittorie di Genoa, Spezia, Torino e Cagliari. Un’eventualità a cui la Strega non vuole affatto pensare. 

Atalanta (3-4-1-2): Gollini; Djimsiti, Romero, Palomino; Hateboer, De Roon, Freuler, Gosens; Pessina; Malinovskyi, Zapata. All. Gasperini.

Benevento (4-3-2-1):  Montipò; Depaoli, Tuia, Glik, Barba; Hetemaj, Viola, Dabo; Ionita, Caprari; Lapadula. All. Inzaghi.