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Poco più di un gol ogni due partite. Il Benevento nel girone di ritorno ha tagliato la sua già sterile produzione offensiva facendo denotare un netto calo. Dal giro di boa in poi i giallorossi sono andati a segno soltanto otto volte (0,57 a partita), rimanendo a secco in ben sette delle quattordici gare giocate. Né Cannavaro, né Stellone sono riusciti a porre rimedio a un problema che Agostinelli dovrà necessariamente risolvere per centrare l’impresa disperata di salvare la categoria. 

I dettagli di un disastro

In totale il bottino tra andata e ritorno parla di 25 gol in 33 partite (0,75 per match), riferimento che vale una posizione poco invidiabile anche nella classifica di tutti i campionati professionistici italiani, dalla A alla C. Considerando le 100 squadre iscritte ai tornei di riferimento, il reparto offensivo del Benevento è 96° in coabitazione con lo Spezia e davanti solo all’Hellas Verona (24), alla Gelbison (24), alla Vis Pesaro (23) e alla Sampdoria (19). Piccola postilla: in C sono stati finora disputati quattro turni in più rispetto alla B, in A tre in meno. 

Spostando la lente sui singoli attaccanti viene fuori un dato ancor più da censura. La somma dei gol siglati da Simy (0), Farias (1) e La Gumina (3) non supera lo score individuale del colombiano Andres Tello (5), che ha sì doti offensive ma di fatto non ha nelle corde né il ruolo di prima né di seconda punta. Ci sarebbero poi i discorsi legati a Forte (3) – che è però andato via a gennaio – e Pettinari, autore di due gol in stagione, ma entrambi con la maglia della Ternana. Uno di questi, ironia della sorte, proprio contro il Benevento, sconfitto in rimonta nella gara di andata al Vigorito (da 2-0 a 2-3).

Ciano-Palermo, la striscia è aperta

Abbiamo messo volutamente da parte Camillo Ciano, una delle scommesse perse dalla dirigenza la scorsa estate. Lo scambio completato a fine agosto con il Frosinone – a cui è andato Insigne -, si è rivelato infruttuoso soprattutto per la precaria condizione fisica dell’attaccante di Marcianise. Finora, infatti, non è stato un anno esaltante, quello di Ciano. Tenuto a freno dagli infortuni e dalla recente operazione al menisco, il mancino è stato costretto a saltare oltre il 50% delle partite (17 su 33) e a collezionare soli 554 minuti complessivi, per una media di 16 minuti a match.

L’ex attaccante frusinate ha contribuito a 5 delle 25 marcature di squadra, firmando tre assist prima dell’infortunio rimediato a Como il 22 ottobre e due gol da gennaio in avanti: il primo a Cosenza, su calcio di rigore, e l’altro proprio con la Reggina sabato scorso,  rompendo il digiuno del reparto che durava proprio dalla sfida giocata il 15 gennaio al San Vito Marulla. La rete dell’1-1 agli amaranto, tra l’altro, è stata la prima su azione di un attaccante dall’ormai lontano 8 dicembre (gol di Forte al Parma). La sua ultima marcatura ai calabresi tiene accesa una flebile fiammella e avanza una sua candidatura per una maglia da titolare contro il Palermo, a cui ha segnato 2 gol negli ultimi due incroci nell’andata e nel ritorno della finale play off 2018 tra il Frosinone e i rosanero.

Per Ciano le presenze dal primo minuto quest’anno sono state soltanto sei, ma l’ultimo squillo può giocare un ruolo decisivo nelle scelte di Agostinelli. Adesso più che mai è necessario dare spazio a chi è (ancora) in grado di vedere la porta, i numeri dicono che il ventaglio di scelte è ridottissimo.   

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