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Benevento – Nel momento in cui Nwankwo Simy ha lasciato il campo dello stadio Druso con la maglia a coprirgli il volto, Fabio Cannavaro deve aver pensato che al peggio non c’è davvero mai fine. Un attacco già orfano di Francesco Forte, nemmeno convocato, aveva appena perso anche il gigante nigeriano. Centimetri che avrebbero fatto rima con la parola ossigeno per la Strega, chiamata a difendere con le unghie il vantaggio maturato nel primo tempo. Non è un caso che dal cambio Simy-Farias il Benevento non sia è riuscito più a risalire né ad affidarsi alla soluzione del lancio lungo, che per quanto approssimativa in certi casi può rivelarsi salvifica. Urgono rimedi, dal momento che né l’ex Crotone né l’ex Venezia dovrebbero farcela a giocare dall’inizio la gara contro la Ternana

La Strega dovrà dunque affidarsi a un attacco leggero, senza un corazziere capace di dominare fisicamente la zona di competenza. In quel caso il ventaglio di scelte non sarà larghissimo e bisognerà tenere conto di vari fattori, primo fra tutti l’equilibrio di squadra. Sarà fondamentale evitare che il baricentro si abbassi troppo come avvenuto a Bolzano. A maggior ragione perché si gioca in casa davanti a un pubblico che ha chiesto a gran voce alla squadra di mostrare qualcosa in più rispetto a quanto visto finora.

In un quadro del genere salgono notevolmente le quotazioni per la titolarità di Antonino La Gumina. Il palermitano – ex di turno – è reduce da una lesione di primo grado al bicipite femorale. Cannavaro nella conferenza stampa che aveva preceduto l’ultima trasferta aveva predicato cautela: “Ha svolto solo due allenamenti con noi, lo utilizzerò solo se la partita lo consentirà”. Lo ha inserito nello scacchiere a tre minuti dalla fine per sostituire uno stremato Camillo Ciano, ormai in debito d’ossigeno, e viste le circostanze avrebbe anche evitato. Ora La Gumina accelera e nella mattinata odierna il suo pieno recupero è stato anche certificato da una seduta a porte aperte colma di defezioni. 

L’esperienza giallorossa di Cannavaro fino a questo momento può dirsi dura e piena di ostacoli riguardanti soprattutto la condizione dei giocatori in rosa. La coperta non è soltanto corta, ma anche molto fragile. E nel tirarla si rischiano strappi difficili da ricucire, sebbene gli azzardi non stiano mancando. Lo testimonia il caso specifico di Ciano. Il marcianisano non giocava una partita intera (o quasi) dallo scorso mese di aprile, quando vestiva la maglia del Frosinone. Con il nuovo allenatore è rimasto in campo due volte su due per oltre 85 minuti, tale è considerata la sua importanza. Una decisione dettata da varie contingenze ma soprattutto dalle idee tattiche che il pallone d’oro sta provando a trasferire alla squadra. Tuttavia, più che il gioco, ora a preoccupare Cannavaro sono proprio gli stop e la tenuta. Fortuna vuole che il campione del mondo ami pedalare, perché questa salita fa segnare pendenze considerevoli. 

 

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