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Venerdì 6 maggio, alle ore 10,30, il Museo ARCOS di Benevento apre le porte con l’inaugurazione della mostra “Lo sguardo del collezionista”. Trent’anni di arte contemporanea nel Sannio, ad un evento che documenta la trentennale attività, di promozione dell’arte contemporanea, che Tonino De Maria, ha svolto sia come collezionista, sia, principalmente, quale attento gallerista. Un’attività che, avviata decenni orsono con Art Event’s, nella sede di Torrecuso, è stata poi trasferita a Vitulano ove, con la valida collaborazione del figlio Tommaso, ha dato vita a Casa Turese. Quello di De Maria è stato ed è sguardo costantemente informato, attento alle novità, agli spunti di una creatività che fosse espressione autentica e aderente alle pulsioni della realtà che ci circonda. Uno sguardo capace, quindi, di una doppia focalità: immediatamente prossima al proprio tempo e, al contempo, proiettata nella sua evoluzione nel tempo.

La mostra, curata da Massimo Bignardi, Ferdinando Creta, unitamente a Francesco Creta e Tommaso De Maria, è stata promossa dalla Provincia di Benevento e dal Museo ARCOS, con il patrocinio del Madre, del FRaC Baronissi e di Casa Turese.

“Non poteva mancare, nel calendario delle manifestazioni promosse e organizzate dal Museo ARCOS di Benevento – scrive lo storico e critico d’arte Massimo Bignardi, nel suo contributo al catalogo –, una mostra dedicata al lavoro di Tonino De Maria, al suo impegno che, sin dagli anni ottanta, ha coniugato gli interessi del collezionista con quelli del mecenate. Un mecenate disposto a promuovere i principali interpreti della nuova stagione artistica che l’Italia e l’Europa viveva e vive, unitamente all’interesse per le giovani presenze del territorio campano. La sua azione è stata dettata da una forza centrifuga che ha sollecitato le sfere politiche e il mondo imprenditoriale sannita, a porgere lo sguardo sui nuovi linguaggi dell’arte. Tonino ha saputo far sua l’energia che, nella Benevento della seconda metà degli anni Sessanta e poi dei Settanta, era impressa da quel gruppo di giovani promettenti artisti, ritrovatisi nel locale liceo artistico. A quel tempo vi insegnavano personalità artistiche del calibro di Mario Persico, di Gerardo Di Fiore e gli studenti erano Mimmo Paladino, Enzo Esposito, Luigi Mainolfi, oggi tra i grandi interpreti dell’arte contemporanea italiana e internazionale, al cui fianco, in quegli anni, ritroviamo Antonio Petrilli, animatore della rivista ‘Proposta’. La mostra coniuga, quindi, una visione convessa, ove la figura di Tonino è posta al centro ed una concava ove è il contesto a parlare.”

“Nei giorni del suo allestimento, la mostra è parsa a noi tutti, una sorta di novità – rileva Ferdinando Cretaall’interno di un progetto che, in parte, sembrava avere un suo cadenzato ordine. Invece, le opere che di volta in volta trovavano posto sulle pareti delle lunghe ‘navate’ del museo ARCOS, aprivano la strada ad una nuova narrazione: ricordo di artisti, amici con i quali abbiamo condiviso, con Tonino, incredibili serate: Fieschi con la sua aria distratta, propria di un ligure, i ‘viaggi’ nei paesaggi del Sannio con Klaus Karl Mehrkens, con il giovanissimo Dirk Westermann, oppure l’energia di Angelo Casciello con il suo irrompere dell’habitat, solo per fare pochi nomi dei tanti artisti presenti in mostra. Volevamo che l’allestimento raccontasse la vicenda di un uomo e non di un intellettuale, categoria dalla quale Tonino ha sempre preso le distanze; bensì di un eterno amante della pittura, delle carte che si impregnano di inchiostri colorati, cioè di quell’entusiasmo che è proprio della vita”.

La mostra resterà aperta fino al 19 giugno. Nel corso dell’esposizione sono previsti seminari dedicati alle pagini salienti di una storia non completamente scritta, ad incontri con gli artisti e alla presentazione del catalogo.