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Benevento – Lentamente, senza fretta, con numerose fermate. Il pullman del Benevento raggiungerà Torino in perfetta simbiosi con il girone di ritorno della squadra. Il club non avrebbe potuto scegliere di meglio per chiudere la stagione, affidandosi a un gesto che suona come una metafora. L’ideale a dire il vero sarebbe stata una nave, vista la proverbiale andatura da crociera, ma a Torino non c’è il mare e tanto vale adeguarsi.

Scomodo, il viaggio in pullman, come tanti dei numeri collezionati dagli uomini di Inzaghi. Solo per citarne alcuni: dieci punti nel girone di ritorno, peggior attacco dal giro di boa in avanti (solo 16 reti), sei autogol complessivi (almeno il doppio di ciascuna delle avversarie) e nessun timbro nei minuti di recupero. Neppure casualmente, in quella zona rossa spesso fatale proprio alla Strega.

La sintesi perfetta è un cumulo di episodi. Un girone fa il Benevento dilapidò due gol di vantaggio contro un Davide Nicola al debutto sulla panchina granata. Avrebbe potuto sfidarlo e batterlo dopo la beffa del gol di Zaza al 93′, cercando con forza la migliore delle vendette, ma si è suicidato. Ha preferito, anche con il Crotone, il passo lento all’accelerazione. La pigrizia e l’illusoria gestione alla ricerca di un due a zero che non avrebbe soltanto messo in ghiaccio una partita, ma stimolato un rilancio caratteriale nell’ottica di una sfida da dentro o fuori.

Ma si era già scelto lì, il pullman. Piazzato per l’ennesima volta davanti alla porta con scarsi risultati. E’ allora giusto che torni d’attualità nel concreto per il saluto alla serie A. La si è definita punizione, non è altro che la traduzione inappuntabile di un cammino sportivo. Certo, a patto che sopra ci salgano tutti, indifferentemente. In attesa dell’elenco dei convocati.