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Benevento – La rivoluzione in diciotto minuti. Tra il gol di Volta e il rigore trasformato da Coda le prospettive del Benevento hanno subito continue mutazioni sotto la spinta di impulsi feroci. La reazione che gran parte del pubblico a quel punto non osava più neanche sperare si materializza in un lasso di tempo che spiana la strada a fiumi di rammarico. Perché così male nella prima ora di gioco? Perché pochi spunti? Perché così statici? Le domande si sono succedute sugli spalti rimbalzando fortemente sul tappeto verde del Vigorito per poi dirigersi verso la panchina di Cristian Bucchi. L’allenatore giallorosso non si aspettava di certo che la sua squadra latitasse sul piano del dinamismo; poteva forse attendersi una risposta blanda a livello fisico, ma almeno le idee avrebbero dovuto percorrere i giri immensi prospettati in sede di preparazione.

Troppo male, invece, quel Benevento lì, schiavo di un Lecce rabbioso e motivato, oltre che ben disposto tatticamente. Non è un caso che la partita sia cambiata quando sono variati proprio i piani in scacchiera. Liverani che si rifugia troppo in fretta affidandosi alla difesa a tre, la trequarti offensiva che perde personalità e fantasia senza le giocate di Falco, la rinuncia a Pettinari. A conti fatti un po’ troppo al cospetto di una squadra come il Benevento, nonostante un vantaggio di tre gol all’apparenza rassicurante. Le mosse di Bucchi hanno invece consentito ai suoi di svoltare. L’innesto di Ricci sulla corsia di destra, quello di Asencio al fianco di Coda e il consequenziale passaggio a un 4-2-4 più aperto al gioco offensivo grazie al cambio degli esterni completato dall’ingresso di Buonaiuto, hanno fatto sì che il capolavoro della rimonta divenisse realtà.

Tanto c’è da migliorare, a partire dalla cura della distanza tra i reparti e della lucidità nella giocata di prima intenzione, fino ad arrivare alla condizione atletica di tanti, troppi singoli (Maggio poco attento o propositivo, Tello manchevole nei suoi classici inserimenti, Insigne apatico). La strada è lunga e impervia, ma se non altro la Strega quando ha deciso di essere imprevedibile è riuscita a cogliere nel segno. E una rimonta così può segnare il cammino di una squadra e forgiare un gruppo che annovera al suo interno tanti volti nuovi. Siamo ancora alla prima di campionato, alla seconda sarà già tempo di riposare. L’antipasto (ricco) è servito. Il condimento arriverà.