- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Sinistro letale, una laurea magistrale in geometria calcistica e una visione di gioco da bacio accademico. Nicolas Viola è sempre più determinante negli schemi di Filippo Inzaghi, che non ci ha messo molto a capire di avere davanti a sé una vera e propria eccellenza per la categoria.

Il centrocampista calabrese, che ultimamente ha fatto parlare di sé soprattutto per la spettacolare tripletta contro il Trapani, sabato ha tagliato anche un altro importante record personale scendendo in campo per la trecentesima volta tra i professionisti. Il debutto è distante circa 12 anni e fa riferimento al 17 gennaio 2008, quando ebbe modo di giocare novanta minuti al Meazza nel match di ritorno degli ottavi di finale di coppa Italia tra Inter e Reggina.

La stagione successiva arrivò anche l’esordio in serie A – sempre con la maglia della Reggina – al Granillo contro la Lazio. Un gettone, questo, che fece da preludio ad altre quattro apparizioni nel massimo campionato di quell’anno con Chievo, Atalanta, Sampdoria e Cagliari. Parliamo di un Viola appena ventenne, che mostrava però già importanti doti tecniche da affinare nel tempo. Le successive parentesi con la squadra calabrese, con il Palermo, la Ternana e il Novara gli hanno consentito di acquisire l’esperienza giusta per incidere anche in zona gol.

Il record di marcature personali appartiene alla stagione 2011/2012, quando in serie B riuscì ad andare a segno ben 6 volte. Quest’anno i gol sono già 5 e l’obiettivo ‘sorpasso’ è alla portata. Dopotutto il Benevento è il club che ha dato a Viola una seconda vita calcistica. Nel momento in cui fu prelevato dal Novara, nel gennaio 2017, faceva fatica a trovare spazio nello scacchiere dell’allora tecnico dei piemontesi, Roberto Boscaglia.

Brava fu la dirigenza giallorossa a fiutare l’affare e a portarlo nel Sannio, dove nella seconda parte di stagione firmò insieme a Raman Chibsah una coppia mediana che si rivelò un valore aggiunto ai fini della promozione in A attraverso i play off. Il battesimo in giallorosso ci fu al Bentegodi contro l’Hellas Verona il 3 febbraio, e nonostante una buona prestazione si tradusse in un 2-2 amaro, a causa del rigore di Romulo nei minuti di recupero.

Da lì in avanti il regista di Oppido Mamertina ha sfoderato prestazioni sempre migliori, fino a diventare un simbolo per i tifosi. E non può definirsi affatto un casualità che proprio il Benevento sia divenuto il club con cui ha collezionato più presenze in carriera, obiettivo tagliato in occasione della prima giornata di questo campionato contro il Pisa, quando è sceso in campo per la 74esima volta in giallorosso.

Nel frattempo le presenze sannite sono diventate 89 tra campionato e coppa, 7.165 minuti caratterizzati da una sola espulsione, guarda caso proprio contro l’Inter a San Siro, squadra e stadio di quel suo debutto in A. Di gettoni ne mancano undici per tagliare un altro grande traguardo. Al fianco di una Strega… da ‘cinema’.