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Si avvia finalmente a conclusione l’ingarbugliata vicenda relativa alla gara per il servizio Sprar indetta dal Comune di Benevento.

Parliamo del progetto di accoglienza di migranti adulti richiedenti o titolari di protezione internazionale.

Una questione su cui si è dibattuto molto in città di recente. Tante e roventi, si ricorderà, le polemiche che avevano accompagnato la scelta di realizzare in un primo momento – attraverso la società Esculapio di Marano – il centro accoglienza nella “ex conigliera” di contrada San Chirico. Opzione poi caduta per la protesta dei residenti del luogo e le conseguenti decisioni dei giudici amministrativi.

La nuova gara vedeva allora prevalere la casertana “Unity and Friendship”, con sede legale a Castelvolturno. A bloccare la procedura, però, interveniva questa volta il settore Opere Pubbliche del Comune di Benevento: la struttura individuata per lo Sprar, ubicata fuori dal centro urbano del capoluogo, non era infatti servita dai mezzi di trasporto pubblico, requisito indispensabile secondo le previsioni del Manuale per l’attivazione e la gestione dei servizi di accoglienza integrata a favore di richiedenti e titolari
di protezione internazionale ed umanitaria.

Respinte le controdeduzioni di “Unity and Friendship”, con la società che asseriva di aver messo a disposizione, in sede di gara, un servizio privato ed autonomo di trasporto degli ospiti, il Comune ha proceduto con lo scorrimento della graduatoria, assegnando la gara all’Associazione di Promozione Sociale “Oltre i Confini”, con sede legale a Foglianise, L’Aps sannita aveva offerto un ribasso percentuale del 4,76% per un importo pari a € 530.579,33.

A inizio settembre, allora, dirigente e tecnico incaricato del settore Opere Pubbliche hanno proceduto con i nuovi sopralluoghi delle strutture, giungendo questa volta a un doppio esito positivo.

I ventiquattro migranti (ma è un numero massimo che non è detto si raggiunga) compresi nel progetto Sprar potranno essere ospitati in due strutture, entrambe comprese nel centro abitato del capoluogo: una in via Galanti, l’altra in via Porta Rufina. Le due sedi sono state valutate idonee ad accogliere fino a un massimo di 12 persone (maschi) maggiorenni.

A chiudere la pratica, quindi, è arrivata ieri la determina per l’aggiudicazione definitiva della gara firmata dal dirigente ai Servizi Sociali Alessandro Verdicchio. Il progetto, attualmente sospeso, può essere riavviato.