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Benevento – Due settimane di domande, dubbi di varia natura ma anche di impazienza. Rivedere il Benevento all’opera per capire se le ultime due gare sono state soltanto un brutto sogno è ciò che i tifosi vorrebbero più di ogni altra cosa, ma bisognerà attendere. Che la sosta farà bene o meno alla squadra di Bucchi è tutto da vedere, ma di sicuro favorirà l’analisi di un momento che va superato con tutte le energie possibili. Tracciare dei paragoni non è mai bello né utile, ma è evidente che quando si parla di Benevento e di serie B il riferimento va al campionato che la Strega affrontò due stagioni fa riuscendo ad ottenere la promozione al termine dei play off. Si trattava di un torneo diverso, con ben tre squadre in più ai nastri di partenza e di conseguenza sei gare supplementari da giocare, il che comportava inevitabilmente un maggior margine di errore. Stavolta gli sbagli rischiano di essere pagati a caro prezzo e risulterà fondamentale rialzare la testa nell’immediato. 

Quel Benevento conobbe la sconfitta soltanto all’ottava giornata contro la Salernitana, quando fu piegato all‘Arechi con il punteggio di 2-1. Fu proprio in avvio che il team guidato da Marco Baroni riuscì a mettere il necessario fieno in cascina che gli avrebbe consentito in primavera di restare aggrappato ad un treno play off altrimenti irraggiungibile. Nelle prime sei gare giocate Lucioni e compagni portarono a casa 12 punti, soli due in più rispetto a quanto fatto dall’attuale Benevento. La differenza sostanziale è tutta nella difesa: tre soltanto i gol incassati da Cragno all’epoca, ben 10 quelli raccolti da Puggioni in fondo al sacco adesso. Tanti, troppi per una squadra che vuole puntare in alto. Anche perché paradossalmente lo score offensivo è addirittura migliorato rispetto a due anni fa (12 gol fatti contro gli 11 di 24 mesi or sono), quando il 4-0 in trasferta a Bari, nel turno numero 6, fece cadere definitivamente la maschera dal volto della Strega lasciando emergere con chiarezza le sue ambizioni da vertice.

Quest’anno alla sesta partita giocata è arrivata invece una debacle difficile da digerire per il risultato, per la modalità e le lacune evidenti mostrate. Quelle che spalancano le porte ai dubbi ma che alimentano anche speranze. Perché il Benevento per larghi tratti contro Salernitana, Venezia, Cittadella e Lecce (solo nel finale), ha dimostrato di essere solido, concreto e incisivo. Qualità che all’Adriatico non sono scese in campo così come nel secondo tempo con il Foggia. I giallorossi hanno ben tredici giorni per tirarle nuovamente fuori, il pubblico del Ciro Vigorito sarà felice di rivederle.